Silvia Romano, dalla Ong l’accusa: “Non è una cooperante, ecco perché si trovava in Africa”

Tante le critiche per Silvia Romano e per il suo impegno di cooperante in Africa. Stavolta, però, le lamentele arrivano dallo stesso mondo della cooperazione di cui Silvia faceva parte da quando era entrata nella ong Milele. Critiche pesanti arrivano anche a questa ong. “Silvia era arrivata in Africa da due settimane quando è stata rapita”. Lo ha raccontato al Messaggero la fondatrice della ong Milele Lilian Sora. “Non avevamo neanche fatto intempo ad attivare l’assicurazione. La difendevano due masai col machete”. Parole che hanno creato molte peplessità sul modo di questa ong di gestire un lavoro così delicato, ma allo stesso tempo molto pericoloso come poi è stato dimostrato.

Non ci va per il sottile  Daniela Gelso, 43 anni, originaria di Saronno, che ha trascorso in Africa occidentale e centrale, tra Guinea Bissau, Burundi e Costa d’Avorio, come Project manager per conto di alcune delle principali ong italiane, francesi e portoghesi, prima di rientrare in Europa, in Francia, nel 2017, continuando a lavorare come manager in ambito sociale. Intervistata dal sito Tpi spiega che: “La Romano non è una cooperante e la sua non era neanche una ong. Era lì con visto turistico, neolaureata, inesperta. Il suo impegno era far giocare i bambini. I cooperanti sono professionisti retribuiti e altamente specializzati. pensare che dei ventenni impreparati possano contribuire allo sviluppo dell’Africa ha un che di paternalistico”.

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