La nuotatrice Petronio: “Ho avuto la febbre ai Giochi militari di Wuhan in ottobre. La città era deserta”

Roma, 15 mag – In un precedente articolo, avevamo documentato il silenzio stampa imposto dallo Stato Maggiore della Difesa agli atleti azzurri che avevano partecipato ai Giochi Militari di Wuhan dell’ottobre 2019, seguito alle dichiarazioni di Matteo Tagliariol. Grazie all’autorizzazione delle Fiamme Gialle, siamo riusciti ad intervistare Aurora Petronio, giovane promessa del nuoto azzurro, che ha gareggiato a Wuhan.

Sei un’atleta abituata a dure sessioni di allenamento e continue trasferte. Come hai passato i due mesi di confinamento a casa?

Ho continuato ad allenarmi a casa, facendo dei circuiti di ginnastica, perché le piscine, essendo delle strutture complesse, sono state chiuse per le ordinanze di contenimento del coronavirus.

Siete già stati informati sulla ripresa degli allenamenti in vasca?

Dal 4 maggio, il governo ha dato la possibilità agli atleti di interesse nazionale di riprendere i normali allenamenti. Il problema per noi nuotatori è che le piscine non hanno ancora riaperto perché ci sono dei problemi di costi, mancando l’utenza degli avventori amatoriali. Infatti, senza la riapertura al pubblico, i costi della gestione degli impianti sportivi, aggravati dalle nuove norme di sicurezza, supererebbero i ricavi. Speriamo a breve di poter comunque riprendere gli allenamenti in vasca in sicurezza, anche in vista delle Olimpiadi del 2021.

Eri già stata convocata per Tokyo 2020?

Le qualifiche si sarebbe dovute svolgere lo scorso marzo, ma ovviamente sono state sospese la settimana precedente a causa del coronavirus. Al momento, ci sono solo quattro classificati che hanno fatto già i tempi a dicembre. Io mi stavo allenando per migliorare di qualche secondo i miei tempi, anche se sapevo di non arrivare alle qualifiche in perfetta forma a causa di alcuni problemi di salute. Ora che mi sono rimessa completamente e potrò gareggiare al meglio.

A proposito di gare, sei arrivata quinta nella finale dei 200 farfalla ai Giochi Militari di Wuhan e sesta nel 4×100 misto femminile. Un ottimo risultato.

Sì esatto, nel 4×100 misto femminile ho gareggiato al mattino e poi mi hanno dato il cambio al pomeriggio. Ho fatto anche i 100 delfino che sono andati molto male perché mi era venuta la febbre. Però sono soddisfatta per il risultato in generale, considerando anche il mio stato di salute.

Come ti è sembrata Wuhan durante i Giochi Militari che si sono svolti nell’ottobre 2019? Praticamente un mese prima dei primi casi documentati di Covid-19.

Una cosa particolare che abbiamo subito notato tutti appena arrivati a Wuhan, una metropoli che conta undici milioni di abitanti, è che per le strade non c’era praticamente nessuno. Non avevo mai visto una città così vuota nelle competizioni internazionali precedenti a cui ho partecipato, ad esempio a Singapore e Taipei. Le immagini che arrivavano da Wuhan a gennaio, deserta a causa delle misure di contenimento del coronavirus, non si discostavano molto dalla Wuhan che ho visto io a ottobre.

Quindi c’era già una strana atmosfera in città.

Ci siamo incuriositi e abbiamo perciò chiesto il motivo. Ci hanno detto che, per ragioni di sicurezza, le autorità cinesi avevano chiesto ai cittadini di rimanere a casa. Io mi immaginavo la folla tipica delle città cinesi, invece Wuhan era deserta soprattutto nella zona degli impianti sportivi. Abbiamo visitato il centro cittadino l’ultimo giorno prima di tornare in Italia. Qualche persona più in giro, ma non certo la folla che mi aspettavo.

Tornando al tuo stato di salute durante i Giochi Militari. Anche tu quindi non ti sei sentita bene?

Sì esattamente. All’inizio pensavo ad un problema di fuso orario. Poi però mi è venuta pure la febbre che mi fatto saltare una giornata di allenamento dopo la gara dei 100 delfino. Tutte le mattine mi sentivo svenire, ma non ci ho fatto molto caso addebitando il malessere alle conseguenze del lungo viaggio.

Dopo il ritorno in Italia, questo malessere è continuato?

Tornata in Italia, ho avuto un fortissimo raffreddore che ho cercato di curare normalmente con le aspirine. Poi mi hanno prescritto un antibiotico che però non ha funzionato come avrebbe dovuto. Nel frattempo, continuavo ad allenarmi in piscina perché servono almeno quindici giorni per recuperare due giorni fuori dall’acqua. Continuava a ripresentarsi la tracheite, con febbre, tosse e raffreddore, e non si riusciva a capirne il motivo. Sono andata avanti per due mesi così. Anche durante gli assoluti di nuoto non mi sentivo bene e infatti non ho fatto un buon tempo. A dicembre, sono dovuta rimanere addirittura due settimane a casa perché non riuscivo nemmeno ad alzarmi dal letto. Ad un certo punto ho pensato che fosse diventata una cosa mentale. Infine, a Capodanno, sono stata ricoverata in ospedale perché non riuscivo più a respirare e avevo quasi 40 gradi di febbre.

Quale è stata la diagnosi dei medici in ospedale?

Sono stata ricoverata dal 31 dicembre al 4 gennaio. I medici mi hanno detto che poteva essere stato un batterio. Sono stata riempita di cortisone e antibiotici. Mi hanno detto che gli antibiotici che avevo preso in precedenza non erano stati sufficienti. Dopo qualche giorno, fortunatamente ho iniziato a sentirmi meglio.

Quindi hai avuto gli stessi sintomi di Matteo Tagliariol. Altri atleti azzurri, che tu sappia, si sono ammalati durante o dopo i Giochi Militari di Wuhan?

Ho sentito l’intervista a Tagliariol. La differenza è che lui è stato male per tre settimane, mentre a me la malattia è durata per due mesi e mezzo, dopo il ritorno da Wuhan. Può essere anche che io mi sia ammalata in Italia. Questo non lo posso sapere. Per quanto riguarda i miei colleghi, so che altri non si sono sentiti bene. Un’altra nuotatrice ha saltato gli assoluti di dicembre perché non si sentiva bene. Si parlava di un sospetto di mononucleosi.

A breve ripartirete con gli allenamenti. Sai se sarete sottoposti a test sierologico?

Come Fiamme Gialle, dovremmo essere sottoposti a test sierologici a breve. Per ora, non mi hanno però ancora comunicato la data certa. Con l’odissea che ho passato, vorrei sapere per curiosità se ho avuto anche io il Covid-19.

Quali sono i tuoi prossimi impegni Aurora?

Il prima possibile, spero di poter tornare ad allenarmi in piscina. Ci vorranno minimo otto settimane per tornare a buoni livelli. Al momento, la stagione delle gare di nuoto non è ancora stata fissata. Non penso che a giugno si terranno i Settecolli a Roma, anche perché sarebbero serviti per le qualificazioni degli Europei, che sono stati annullati. Si spera che ricominci la stagione a settembre, probabilmente con gare che si svolgeranno tenendo conto dei potenziali rischi del coronavirus. Ovviamente, mi auguro che si torni alla normalità il prima possibile e che ci diano la stessa importanza che stanno riservando al calcio. Per un atleta, è difficile non avere obiettivi a breve termine.

Francesca Totolo

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