Il rilancio di Conte? Arriva un’altra task force

La parola chiave sembra essere, ancora una volta, task force e ad avvaleresene sarà il ministero per lo Sviluppo economico, che si affiderà ad altri esperti per “potenziare e rendere più efficace l’attività di elaborazione delle politiche industriali dei settori maggiormente colpiti dall’emergenza Covid-19”.

La scelta di chiedere aiuto (ancora una volta) a un team di specialisti è contenuta nella bozza dell’ex decreto aprile, poi trasformato in maggio e infine denominato decreto Rilancio.

Un’altra task force

Come riportato dalTempo, altri consulenti ed esperti affiancheranno di fatto Stefano Patuanelli, titolare del dicastero, “nel limite di spesa di 300mila euro per ciascuno degli anni 2020, 2021 e 2022”. Il team sarà da un “numero massimo di dieci unità per ciascun anno considerato” e ognuno dei componenti sarà individuato “mediante selezione comparativa con avviso pubblico, specializzati in materia di politica industriale”. Gli specialisti si andranno ad aggiungere ai 450 impiegati fino a questo momento per affrontare l’epidemia da nuovo coronavirus che ha colpito il Paese a fine febbraio.

Lo scontro sulla sanatoria

E se la scelta di affiancare al ministero guidato da Patuanelli altri esperti può essere sembrato una specie di commissariamento, il clima tra l’esecutivo giallo-rosso e la sua maggioranza non sembra in effetti così disteso. Movimento 5 Stelle e Italia viva, il nuovo partito di Matteo Renzi, nei giorni scorsi, hanno discusso animatamente, in particolare sulla regolarizzazione di migranti, braccianti agricoli, colf e badanti, fortemente voluta dal ministro per le Politiche agricole (e capo delegazione di Italia viva), Teresa Bellanova. Che sembrava aver raggiunto un compromesso, ma che si è arenata, di nuovo. I pentastellati, infatti, non vogliono ricorrere all’ipotesi di uno scudo penale per i datori di lavoro e, nei giorni scorsi, anche il capo politico del movimento, Vito Crimi, sulla sanatoria aveva ribadito la sua posizione: “Nel momento in cui concediamo un permesso di soggiorno per sei mesi, come ipotizzato, di fatto stiamo concedendo a tutti coloro che erano in Italia l’anno scorso di poter liberamente circolare, senza vincolarli a un contratto di lavoro”.

“Da parte nostra, niente sanatorie o condoni per i delinquenti di ieri e di oggi: non è nel nostro Dna”, ha scritto in queste ore il sottosegretario del M5S all’Interno, Carlo Sibilia, sul suo profilo Facebook. I pentastellati, in una nota, confermano la posizione del movimento: “Il permesso di soggiorno deve essere legato a un contratto di lavoro, non viceversa. Resta confermato il nostro fermo ‘no’ rispetto a qualunque ipotesi di sanatoria sui reati commessi”.

Boschi: “Non vogliamo sovietizzazione delle aziende”

Come riportato dal Corriere della sera, l’impianto del nuovo decreto Rilancio contiene più di 250 articoli e un ventaglio di interventi a sostegno di imprese, famiglie e lavoratori, che saranno finanziati con un aumento del deficit di 55 miliardi nel 2020. E altri motivi di scontro nella coalizione riguardano altre misure per l’economia, come per esempio quelle pensate per rilanciare il turismo. Questa volta, la contestazione arriva da Maria Elena Boschi, presidente dei deputati di Italia viva, che sul suo profilo Facebook scrive: “Sono stata la prima a chiedere di istituire un bonus vacanze e giudico questa misura molto utile, ma abbiamo visto che il bonus è diventato un complicato meccanismo di credito di imposta che non garantisce risorse immediate alle imprese. Oltre a essere limitato ad alcune famiglie e non per tutti. Noi vogiamo aiutare le imprese a ripartire, non entrare nei Cda delle aziende come Stato”. E ancora: “Noi siamo per la libertà d’impresa, non per la sovietizzazione delle aziende”.

Cosa prevede il nuovo decreto

Come spiegato dal Corriere della sera, le ultime novità del nuovo decreto, che era stato promesso per aprile ma che forse soltanto oggi sarà approvato dal consiglio dei ministri, dovrebbero riguardare la cancellazione della rata dell’Irap del 16 giugno e, sempre nella stessa data, l’abolizione del pagamento dell’Imu per alberghi e stabilimenti balneari. Inoltre, per le piccole e medie imprese (dal fatturato fino a 5 milioni) dovrebbero essere previsti contributi a fondo perduto, a patto che esse abbiano subito un calo dei ricavi di almeno il 33% ad aprile 2020 rispetto all’anno precedente. Queste pmi dovrebbero beneficiare per tre mesi anche di un credito di imposta del 60% sui canoni di affitto e del congelamento degli oneri fissi sulle bollette. E per le imprese con più di 5 milioni di fatturato è prevista la possibilità della Cassa depositi e prestititi di intervenire nella ricapitalizzazione. La cassa integrazione e l’assegno del fondo di integrazione salariale con la causale Covid-19 potranno essere concessi per ulteriori nove settimane oltre alle nove già previste dal decreto Cura Italia. Con il decrto Rilancio dovrebbe essere semplificata la procedura, in particolare della cassa integrazione in deroga, in modo che sia pagata entro 30 giorni. In arrivo anche un contributo di 1.200 euro per babysitter, raddoppiatto rispetto ai 600 euro stanziati in precedenza e il bonus potrà essere utilizzato anche per i centri estivi. Per il sostegno dei genitori che lavorano dovrebbe essere confermato il congedo parentale pagato al 50% per chi ha figli fino a 12 anni per un periodo (continuativo o frazionato) non superiore ai 30 giorni.

il giornale.it

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