Silvia Romano, Vittorio Feltri: “Pagare il riscatto significa finanziare i terroristi islamici amici della ragazza”

Alla liberazione di Silvia Romano, tornata in Italia domenica 10 maggio con un aereo dei servizi segreti atterrati a Ciampino, il direttore di Libero, Vittorio Feltri, ha dedicato una serie di commenti. Una serie di cinguettii su Twitter, in cui ha passato in rassegna alcuni degli aspetti più controversi di tutta questa dicenda. Nel mirino, in particolare, il riscatto: il governo non lo ha confermato ma diverse fonti lo danno per certo, stampa compresa. La cifra oscillerebbe tra uno e quattro milioni di euro. E Feltri, già nel primo tweet, ricordava: “Siamo tutti contenti della libeazione di Silvia Romano. Lo saremmo di più se ci dicessero quanto si è dovuto pagare di riscatto”. Una risposta che però con discreta probabilità non avremo mai.

Dunque, un secondo cinguettio. Certo scomodo, ma che altrettanto fa riflettere: “Pagare per il riscatto per Silvia significa finanziare i terroristi islamici. Che sono amici della ragazza diventata musulmana. Bella operazione”. Il punto è che la Romano, nel corso della sua prigionia, si è convertita all’islam. Una conversione “volontaria”, ha spiegato al pm che la ha interrogata dopo l’arrivo a Ciampino in abiti tradizionali somali. Il direttore, insomma, mette in evidenza come il pagamento del riscatto ad Al-Shabaab, di fatto, finisca per finanziare la rete del jihadismo globale. Infine, l’ultimo cinguettio, in cui Feltri sottolinea: “A me se una si converte all’Islam non mi importa niente, ma non mi va neanche di applaudirla. Mi secca un poco se per riportarla in Italia lo Stato spende qualche milione degli italiani”, ha ribadito e concluso.

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