San Marino rischia di essere “svenduta” a un fondo privato

Richieste di aiuto inascoltate che potrebbero portare la Repubblica di San Marino a essere “svenduta” per pochi milioni di euro a qualche fondo speculativo.

Senza un aiuto da parte dell’Italia, l’antica repubblica situata sul Monte Titano (poco meno di 34.000 abitanti), duramente colpita dalla pandemia da Covid-19 e con i conti in rosso, come spiega Igor Pellicciari, professore di Storia delle Relazioni internazionali all’Università di Urbino in un’analisi pubblicata su Formiche, ripresa anche da Dagospia, rischia di finire nelle mani di un fondo privato. Uno scenario che, come sottolinea Pellicciari, l’Italia non può assolutamente permettersi.

In queste settimane l’opinione pubblica italiana si è totalmente “disinteressata alle sorti del piccolo Paese”, in realtà colpito molto duramente dal virus “non solo nel campo sanitario”, ma per colpa di questo “rimasto intrappolato in una spirale che sembra volgere al peggio”. Con la demarcazione delle confinanti provincie di Rimini e di Pesaro-Urbino in zone rosse di fatto il sistema economico e sociale sammarinese, spiega Pellicciari, “ha visto tagliato il suo cordone ombelicale con l’Italia e – di conseguenza – con il resto del mondo, con un effetto moltiplicatore in peggio di una economia già fragile prima del virus a causa di un grave debito pubblico”. La pandemia ha portato al “crollo della dimensione multilaterale” e San Marino ha all’improvviso (sorte comune a tutti i micro-Stati) perso appeal come destinazione per i donatori in competizione.

Ecco perché l’Italia non può abbandonare San Marino

Le richieste d’aiuto avanzate dalla repubblica sono rimaste inascoltate. Abbandonata da Roma, c’è il forte rischio che all’appello di San Marino “rispondano altri soggetti facendovi confluire anche solo parte degli aiuti di emergenza e di ripartenza nel dopo-virus”. Roma, dunque, rischierebbe di perdere la sua tradizionale influenza sull’enclave, uno stato sovrano nel cuore dell’Italia settentrionale riconosciuto dalle Nazioni Unite. E non è detto, osserva Pellicciari, “che a farsi avanti come donatori siano necessariamente quelle organizzazioni internazionali o Stati-Nazione dominanti (su tutti, Cina e Russia) che si erano interessati alle vicende della piccola Repubblica prima dell’emergenza Covid”. Ma se Mosca e Pechino sembrano guardare altrove proprio a causa del coronavirus, ora il rischio concreto è che a correre in “aiuto di San Marino sia un soggetto terzo”, non necessariamente pubblico, “ma rispondente a logiche di tipo speculativo. Il rischio sarebbe che con un importo relativamente basso, magari amplificato con un gioco di specchi ed escamotage finanziari, un fondo privato si aggiudichi uno Stato sovrano, con tutti i vantaggi immediati e le incognite future del caso”.

Nel frattempo, ad allievare (solo in parte) la situazione ci pensa il Fondo Monetario internazionale. Come riporta San Marino Tv, entro pochi giorni la repubblica potrà disporre di una ventina di milioni di euro, erogati, senza alcuna condizione dall’Fmi. Si tratta infatti di riserve che la Repubblica aveva al Fondo, spiega il Segretario alle Finanze, e che sono state quindi richiamate nelle Casse dello Stato. Serviranno – chiarisce Marco Gatti – come liquidità del Bilancio Pubblico per coprire l’emergenza sanitaria. Le destinazioni – aggiunge – verranno poi decise in ambito di assestamento. Quello della liquidità, del resto, è un problema noto per San Marino e senza la quale diventa difficile fare ripartire il paese.

Come spiega La Repubblica, San Marino “vanta” un triste primato: con 462 casi di Covid-19 su una popolazione di 33.785 persone ha percentuale di positività dell’1,4 per cento, la più alta nel mondo. Una delle possibili spiegazioni della crisi delle énclave europee potrebbe essere proprio la loro collocazione geografica in mezzo a larghe terre largamente contagiate. San Marino è di fatto una montagna, il Monte Titano, stretta tra Rimini e Pesaro-Urbino, province italiane mediamente colpite. E così Andorra è un picco tra Francia e Spagna, nazioni infette.

il giornale.it

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