Dopo-coronavirus, il governo mette già le mani avanti: “Scudo penale per responsabilità politiche”

Roma, 3 apr – Nell’Italia che muore e lotta contro contro il coronavirus c’è già chi sta mettendo le mani avanti per “dopo”. Quando, cioè, si dovrà chiamare sul banco degli imputati chi sarà tenuto a rispondere di tutte le inadempienze e trascuratezze che hanno portato all’attuale sfacelo. A Roma è già allo studio la messa in atto di uno “scudo penale”, che riguarda non solo la difesa dei medici e delle loro – spesso sofferte e difficoltose – scelte, ma anche di tutti i burocrati e gli amministratori coinvolti nella gestione dell’emergenza. Siccome è nell’aria che tutti i nodi verranno al pettine, si sta già cercando il modo di eliminare il reato di epidemia colposa per mantenere esclusivamente quello di epidemia dolosa.

Il sito Tpi ha riferito infatti stamattina che i partiti di maggioranza e opposizione hanno depositato emendamenti al decreto ‘Cura Italia’ per “ridefinire, per il periodo di emergenza da Covid19, il perimetro della responsabilità per medici e operatori del settore“. Le richieste spaziano dall’esonero totale – per ottenere la cancellazione di responsabilità penale, civile, amministrativa ed erariale – alla proposta di perseguire penalmente le sole “colpe gravi”.

Prendiamo per esempio l’emendamento, che ha già incassato il plauso dell’esecutivo, a prima firma Marcucci (Partito Democratico): oltre alla richiesta di limitazione della punibilità per “le strutture sanitarie e socio-sanitarie pubbliche e private e gli esercenti le professioni sanitarie – professionali – tecniche amministrative del Servizio sanitario” alle sole violazioni “macroscopiche” di “colpa grave”, si domanda che tali limitazioni non riguardino solo le “condotte professionali”, ma anche “le condotte gestionali o amministrative” purché non “sia stato accertato il dolo del funzionario o dell’agente che le ha poste in essere o che vi ha dato esecuzione”. Che tradotto: si tratta di un emendamento che salverebbe anche quei dirigenti pubblici fiduciariamente nominati dalla politica, un modo nemmeno tanto velato per autoassolvere quella classe politica che tra un abbraccio al cinese e un involtino primavera, si è accorta tardivamente che la situazione era sfuggita di mano.

“Lo trovo inaccettabile – dichiara a Tpi l’avvocato bergamasco Roberto Trussardi, che segue da vicino il caso di Alzano Lombardo – approvare un emendamento del genere significa dare un colpo di spugna ai tre quarti degli eventi che si sono verificati in questo periodo, tranne i casi gravissimi. Se le condotte gestionali o amministrative, anche se eclatanti, non potranno essere perseguite se non c’è dolo, significa che non si potranno perseguire mai”.

Gli fa eco il senatore Gregorio De Falco (del gruppo misto) che ha così commentato telefonicamente: “Qui si sta cercando di precostituire una assoluzione per le responsabilità che in realtà non hanno carattere sanitario e medico, ma manageriale, probabilmente politico. Mi è stato detto che in questo momento sarebbe opportuno proteggere quei ragazzi, quei volontari che sono buttati al fronte, senza che abbiano una esperienza adeguata, magari non specializzati, ma qui non stanno proteggendo quelle specifiche categorie, qui si sta proteggendo tutto il sistema sanitario. Perché? E da che cosa? Forse dalle responsabilità che hanno assunto per aver messo medici e infermieri nelle condizioni di lavorare con quella carta straccia che hanno indosso al posto delle mascherine? Questo è gravissimo. Penso che si sia scritta una cosa che va ben oltre le intenzioni.”

E conclude: “La responsabilità dei medici è già coperta da una recente legge – aggiunge – quindi non capisco quale sia la necessità di un emendamento di questo tipo. Tutti gli operatori sanitari stanno dando un contributo enorme, se però vengono mandati al fronte con quelle mascherine swifter che non servono a niente, bisogna stabilire chi ha certificato che quei dispositivi fossero ritenuti idonei. Qualcuno ne dovrà rispondere. Perché poi le persone muoiono”.

Cristina Gauri

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