Ora l’usura minaccia le imprese. La spaventosa attualità di Ezra Pound

Roma, 29 mar – “Peggio della peste è l’usura”. E’ impressionante come il monito di Ezra Pound nel meraviglioso Canto XLV fotografi il dramma che stiamo vivendo. Un’istantanea senza tempo che non rassicura ma assicura una consuetudine pericolosa che emerge ogniqualvolta si stagliano all’orizzonte collassi economici e l’incertezza rode il lavoro umano. Così oggi, a causa del blocco generale imposto dall’attuale “peste”, torna prepotentemente ad affacciarsi l’usura perché “la lana non giunge al mercato e le pecore non rendono”.

A lanciare l’allarme è oggi Renato De Sciciolo, vicepresidente nazionale della Federazione Antiracket (Fai): “La criminalità organizzata – dice De Sciciolo a Il Fatto Quotidiano – si sta riorganizzando. Non gira più denaro e le associazioni malavitose devono in qualche modo procurarselo. La prima preoccupazione per noi è che la gente in difficoltà possa chiedere aiuto proprio agli usurai”. Un tremendo rischio che soltanto un intervento efficace da parte del governo potrebbe scongiurare. Il problema è che le misure emergenziali adottate potranno forse essere utili per contrastare il coronavirus, ma non sembrano affatto sufficienti a sostenere l’economia reale.

Imprenditori e commercianti i più a rischio

“Potrebbero essere tanti gli imprenditori e i commercianti che, trovando porte chiuse in Banca e nelle finanziarie, si rivolgeranno agli usurai per assicurarsi una entrata in un momento così difficile”, precisa De Sciciolo. D’altronde il ‘Cura Italia’ “non fa alcun riferimento a quei mutui concessi ex art.14 della legge n.108/96 agli operatori economici vittime di usura, e la stessa osservazione vale per i soggetti sovra indebitati che usufruiscono dei fondi di prevenzione previsti dalla stessa legge all’art. 15″. Dunque secondo il vicepresidente della Federazione Antiracket è necessario e urgente inserire nel decreto governativo “un’apposita norma per le vittime di usura beneficiarie di mutui e prestiti al fine di poter sospendere la restituzione delle rate, consentendo di allungare la durata del finanziamento per il numero di rate sospese senza oneri aggiuntivi”.

L’allarme di Gratteri

De Scisciolo però non è il solo a denunciare oggi il pericolo della longa manus usuraia. A lanciare l’allarme è anche Nicola Gratteri, capo della Dda di Catanzaro, che non esita a parlare di “usurai” della criminalità organizzata pronti a muoversi: “Gli ’ndranghetisti – dice Gratteri – si presenteranno, come sempre, come benefattori, come gente che aiuta chi ha bisogno, i poveri, questo lo fanno già, da sempre, dando ai disperati 30 euro al giorno per un lavoro in nero, e questi si sentiranno, sul piano psicologico, ancora più prostrati e ancora più riconoscenti verso chi gli darà questi 30 euro”. Secondo il magistrato calabrese c’è un solo modo per impedire che accada tutto questo: “Dare soldi veri alla gente“.

Eugenio Palazzini

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