Azienda di Prato rimuove la bandiera europea: “Lo facciano tutti i sindaci sovranisti”

“Oggi abbiamo deciso di togliere la bandiera della comunità europea. Siamo soli ma orgogliosi”. Sul tetto della fabbrica sventola come sempre il tricolore, ma la bandiera dell’Unione europea che fino a due giorni fa era posta di fianco a quella italiana, non c’è più. E ha le sue buone ragioni l’azienda pratese Gruppo Colle, leader mondiale nel settore della tintura delle fibre tessili. Un piccolo grande gesto che l’azienda di Prato ha voluto evidenziare con una foto pubblicata sulla propria pagina Facebook, accompagnata da un messaggio : “Oggi abbiamo deciso di togliere la bandiera della comunità europea. Siamo soli ma orgogliosi”.

“Soli , italiani e orgogliosi”

Soli e abbandonati dall’Unione europea. Come una moltitudine di aziente piccole e medie. Cosa avrebbe significato ancora quella bandiera? “In più di 60 anni, tradizione e innovazione hanno stretto un patto sinergico per il raggiungimento della più alta qualità. La passione per questo lavoro è la chiave del nostro successo”, leggiamo sullla pagina Fb.  ” Un obiettivo che perseguiamo quotidianamente, con investimenti nella ricerca tecnologica, l’affinamento dei processi produttivi e la formazione costante del personale.

“Il coraggio di cambiare e la capacità di adattarci nel tempo alle nuove esigenze che si profilano all’orizzonte sono la nostra sfida quotidiana. I clienti e il mercato tracciano la nostra rotta. Siamo orgogliosamente un’azienda Italiana, per noi la cultura manifatturiera è un valore. Tuttavia non viviamo solo di acqua e colore…”.

Già. L’Europa dello sforzo e delle sfide del tessuto connettivo del Paese, tra mille ostacoli e difficoltà, non si cura. FdI da sempre insiste su questo aspetto strategico e nevralgico per la crescita italiana. Per questo l’appello dell’azienda di Prato è emblematica. Dovrebbero leggerla i burocrati di Bruxelles. L’appello, pertanto, del gruppo Colle è a chi si batte per le aziende italiane. “Chiediamo ai sindaci sovranisti di fare lo stesso. E lanciamo un grande concorso nazionale: strappare le bandiere Ue dalle sedi istituzionali

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