“Muore chi è gravemente malato”. Ma molti sono solo ipertesi

L’odiosa (e vergognosa) formula con cui vengono commentati i dati relativi ai defunti Coronavirus è sempre la stessa: “Muoiono solamente gli anziani e chi era già gravemente malato”.

Come se fosse superficiale anticipare il proprio decesso. Al di là di queste assurde congetture, è importante analizzare i numeri: l’edizione odierna di Libero prende in considerazione quelli dell’Istituto superiore di sanità aggiornati a venerdì. L’età media dei deceduti è di 78,5 anni e il 48,6% prima di contrarre il Covid-19 aveva già 3 o più patologie pesanti: la ricerca si basa su 3.200 pazienti morti e positivi al virus. Per il 76% si tratta di uomini. Solamente l’1,1% (corrispondente a 36 unità) erano sotto i 50 anni: 9 di questi (tra cui solo una donna) ne avevano tra i 31 e i 39, mentre 7 presentavano già significativi problemi di salute.

Con 1.309 decessi su 3.200 la fascia d’età più colpita risulta essere quella tra gli 80 e gli 89 anni, dove la differenza tra uomo e donna è netta: da una parte 884, dall’altra 425. Ancora più drastica è la realtà nella seconda fascia con più morti, ovvero tra i 70 e i 79 anni: 877 contro 257. Ma la forbice più ampia riguarda i defunti tra i 60 e i 69 anni, dove i decessi maschili sono il quintuplo di quelli femminili. Gli esperti sono al lavoro per tentare di dare una spiegazione a tale difformità.

Patologie già presenti

Va analizzato anche il contesto delle patologie preesistenti: il 48,6% ne aveva tre o più, il 26,6% ne aveva due, il 23,5 una, l’1,2% non era malato. A incidere maggiormente il diabete mellito (33,9%) e la cardiopatia ischemica (30,1%). Ma anche l’ipertensione arteriosa (73,8%), riconducibile alle recenti statistiche mediche che parlano di circa 17 milioni di italiani che soffrono di pressione alta. Tuttavia resta ancora aperta la discussione tra chi sostiene che nella maggioranza dei casi si tratta di defunti “con il Coronavirus” piuttosto che “da Coronavirus”.

Il capo del Dipartimento della protezione civile Angelo Borrelli ha sottolineato: “Ricordo che noi conteggiamo tutti e non facciamo distinzione per e con Coronavirus”. Nella giornata di ieri, sabato 21 marzo, il bollettino è stato molto pesante: sono 793 i nuovi deceduti, per un totale di 4.825 persone; in un solo giorno si è registrato un incremento di 4.821 contagiati (42.681 attualmente positivi). Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di sanità, ha spiegato: “Il bilancio dei morti di oggi segna numeri molto importanti. Ma le caratteristiche sono le stesse e si parla di persone particolarmente fragili: una popolazione con età media intorno agli 80 anni, con una o più patologie”.

il giornale.it

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