Coronavirus, gli immigrati se ne fregano anche a Bergamo. Tutti ammassati in stazione

Bergamo, 18 mar – Quasi 4000 contagiati a Bergamo, 1 ogni 279 abitanti (ma sono le incomplete stime ufficiali). Esauriti gli 80 posti in terapia intensiva all’ospedale Papa Giovanni XXIII. Centinaia e centinaia di morti, bare ammassate nelle Chiese – le camere ardenti sono piene da giorni – una fila di carri funebri fuori dal cimitero. L’economia di una delle province più produttive del Nord in ginocchio, la popolazione confinata nelle proprie abitazioni in attesa che qualcosa migliori.

Ma per qualcuno questi dati non significano nulla, non esiste alcun allarme, non esistono restrizioni e multe – non esistono nemmeno tutori dell’ordine pronti a sanzionare e denunciare. Parliamo ovviamente degli immigrati, che nemmeno nella città italiana più piagata dal Covid-19 si starebbero degnando di obbedire alle misure di contenimento del contagio dettate dal Dcpm firmato da Conte. E’ apparso infatti l’altro ieri, sul gruppo cittadino del capoluogo orobico, un post di un allarmato cittadino che avrebbe immortalato vari assembramenti di immigrati di origine africana nei pressi della stazione ferroviaria di Bergamo. Il consueto spettacolo di stranieri ammassati su panchine e marciapiedi intenti a fare non si sa che cosa, a cui i bergamaschi sono ormai abituati da tempo, non cessa quindi nemmeno in tempo di grave epidemia, e quel che è peggio, nessun tutore dell’ordine interviene per dissipare tali gruppetti.

Del resto inizia ad essere un fenomeno diffuso: lo abbiamo visto a Roma, dove branchi di subsahariani si appostano in tutta tranquillità sui gradini dei giardinetti davanti a Piazza venezia, a Milano, dove gang di stranieri si prendono a sprangate in quegli stessi giardini in cui agli italiani è severamente vietato accedere, o a Napoli, dove africani girano ubriachi per strada sfottendo la municipale. La saga – ne siamo sicuri –  è destinata a continuare per tutto il periodo di quarantena.

Cristina Gauri

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