Rampelli: «La Cina ci mette in quarantena, non è uno scherzo. Poi il razzista sarei io…»

Ma è uno scherzo? Non crede alle sue orecchie Fabio Rampelli di fronte alle ultime notizie made in China sul coronavirus. «È uno scherzo? E quegli idioti del Pd che andavano in giro a cercare cinesi da abbracciare. Per farsi degli autoscatti da diffondere?». Così sulla sua pagina Facebook il vicepresidente della Camera commenta la decisione di Pechino di bloccare gli italiani in entrata per 14 giorni.

Rampelli: la Cina ci mette in quarantena? Ridicolo

«Abbiamo l’1% di decessi per coronavirus della Cina e ci mettono in quarantena. Quando io proponevo controlli più stringenti e quarantena per coloro che provenivano dalla Cina, qualunque fosse la nazionalità, mi hanno dato del razzista…», conclude l’esponente di Fratelli d’Italia. Di fronte all’allarme contagio Rampelli fin dall’inizio ha chiesto chiarezza al governo. E di evitare allarmismi eccessivi. Generati dalla troppa fretta. Nel mirino la scelta “pericolosa“ del premier Conte di apparire davanti alle telecamere, con maglioncino e faccia cerulea, dalla sede della Protezione civile.Tra gli appelli al governo anche quello di reagire allo sciacallaggio di alcuni Stati europei che vorrebbero utilizzare il coronavirus con finalità di concorrenza sleale. «Quanto denunciato da “Filiera Italia” circa le richieste di certificazioni virus free per i prodotti agroalimentari made in Italy avanzate da certuni è allucinante. E vergognoso.  L’Italia non è paese untore», ha detto il vicepremier, «Conte e i suoi ministri, dopo aver enfatizzato fuori misura la diffusione del Covid -19 creando il panico blocchino questa folle aggressione».Ma sono soprattutto i contraccolpi economici a preoccupare il deputato di Fratelli d’Italia. Il primo a proporre nel decreto del governo un emendamento perché le spese medico-sanitarie per il coronavirus vengano stralciate dal computo del rapporto defici-pil.

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