Vaticano, centri sociali, finanza e Ong: ecco la rete delle sardine

Sacerdoti, associazioni cattoliche, Ong, industriali, magnati della finanza e centri sociali. Cosa hanno in comune fra loro? La passione per le sardine. Ormai Mattia Santori e compagni possono contare sul supporto di una rete tanto vasta quanto variegata, che dall’alto dei Sacri Palazzi scende fino agli edifici occupati della Capitale.

La benedizione del Vaticano

“Se piacciono al Papa? Non saprei, di sicuro il Papa piace alle sardine”, scherza Paolo Ciani, coordinatore di Demos e membro della comunità di Sant’Egidio. È tra i riferimenti politici dei pesciolini anti-leghisti della prima ora. Non a caso fu tra i pochi eletti presenti alla manifestazione di piazza San Giovanni, assieme a Pietro Bartolo, deputato europeo dello stesso partito, che parlò dal palco assieme ai rappresentanti di Anpi, Ong e comunità islamica. Il trait d’union tra le sardine e il mondo cattolico, ci spiega, sta nelle “parole d’ordine” del movimento nato sui social: “Impegnarsi per il bene comune, rasserenare i toni del dibattito pubblico, mobilitare le persone”. Temi cari all’associazionismo cattolico, tanto da spingere anche i vertici del Vaticano a sbilanciarsi e a dire che “bisogna cogliere quello che di buono c’è in questi movimenti e cercare di valorizzarlo per il bene del Paese”.

A pronunciare queste parole è il segretario di Stato, cardinale Pietro Parolin. È l’11 dicembre e l’endorsement arriva a tre giorni dal maxi raduno organizzato all’ombra della basilica del Laterano. “Ci sono stati contatti informali e personali tra i leader del movimento e Sant’Egidio”, spiega Ciani. “Ma – chiarisce – non si può parlare di una collaborazione sistematica”. Di certo, però, il quotidiano dei vescovi, lo stesso che si era schierato contro il comizio con il rosario di Matteo Salvini, fa il tifo per loro. “I silenzi eloquenti e ironici delle Sardine e la loro manifesta opposizione alla volgarità della politica sono una buona notizia”, scriveva a fine novembre il direttore di Avvenire, Marco Tarquinio rispondendo ad un lettore. Il movimento di Mattia Santori, secondo Taquinio è “utile alla democrazia”. Qualcuno, come padre Bartolomeo Sorge e il vignettista Sergio Staino, si lascia prendere la mano e nel simbolo scelto dai ragazzi bolognesi ci vede addirittura un richiamo al cristianesimo delle origini.

Dalle parrocchie ai centri sociali

Folgorazioni a parte, dalle parrocchie ai collettivi, il passo è breve, secondo Ciani. “Chi è impegnato nel sociale – ci spiega – ha spesso connessioni con queste realtà, pensiamo solo al tema dell’emergenza abitativa”. Forse per questo per la loro prima riunione ufficiale le sardine hanno scelto lo Spin Time Labs: l’ex sede Inpdap di via di Santa Croce in Gerusalemme, Mecca dei rave party abusivi con un debito di oltre 300mila euro con Acea, per il quale si mobilitò pure l’elemosiniere del Papa, monsignor Konrad Krajewski. Secondo le ricostruzioni giornalistiche a portare il gotha delle sardine nel quartier generale di Andrea Alzetta, il ras delle occupazioni capitoline, è stato un militante di estrema sinistra del municipio guidato da Amedeo Ciaccheri, presidente neoeletto dell’VIII, con un passato come attivista del centro sociale La Strada.

Ma i legami con la sinistra militante non finiscono qui. Dal palco dell’ultima manifestazione romana delle sardine, a piazza Santi Apostoli, a parlare dal palco sono stati i volontari del Baobab, che assistono i migranti alla Stazione Tiburtina e le femministe della Casa Internazionale delle Donne. E proprio a difesa del collettivo di un altro collettivo femminista legata al mondo antagonista le sardine si sono schierate proprio qualche giorno fa. “Chiediamo che sia permesso a Lucha y Siesta di proseguire la sua missione e di lasciare che le donne e i bambini rimangano nella struttura”, scrivevano qualche giorno fa in un comunicato stampa. Peccato che i nuclei familiari residenti nello stabile occupato di proprietà dell’Atac in via Lucio Sestio, finito nella lista degli edifici da sgomberare stilata dalla prefettura, abbiano già accettato di essere presi in carico dalle strutture del Comune di Roma.

L’alleanza con le Ong

Tra le battaglie che legano i pesciolini alla galassia dei collettivi ce n’è una su tutte: quella per l’abolizione dei decreti sicurezza voluti da Matteo Salvini. Le sardine lo ripetono in ogni piazza e in ogni città. L’ultimo appello al governo per abolire le misure contenute nelle leggi approvate dall’ex ministro dell’Interno è arrivato qualche giorno fa dalla nave Aita Mari, della Ong basca Salvamento Maritimo Humanitario. “Sono le ultime testimoni di umanità e giustizia”, hanno scandito dalla delegazione siracusana del movimento.

L’asse con Sea Watch, del resto, è più che consolidato: dalla portavoce, Giorgia Linardi, che dal palco di piazza San Giovanni aderì al “manifesto” dei pesciolini, ai cuoricini postati su Twitter da Carola Rackete, indirizzati ai manifestanti guidati da Mattia Santori. Proprio alla capitana della Sea Watch 3 che speronò una motovedetta della Guardia di Finanza fu dedicata la manifestazione di Milano. Tra gli organizzatori lombardi c’è anche Fabio Cavallo, militante della “Rete nazionale antifascista” che per l’attivista tedesca organizzò una raccolta fondi.

L’assist di Soros

Alla vigilia delle elezioni in Emilia Romagna, vinte dal governatore uscente Stefano Bonaccini proprio grazie alla mobilitazione ittica, l’endorsement al movimento di Mattia Santori è arrivato persino da uno dei trenta uomini più ricchi al mondo. Anche George Soros, il magnate americano di origini ungheresi si schiera con i pesciolini anti-leghisti. “In Italia le sardine sono più degli squali e sono destinate a vincere”, aveva dichiarato a margine della riunione del World Economic Forum di Davos. Così è stato. E forse non è un caso che a conquistare un posto d’onore nella nuova giunta emiliana sia stata Elly Schlein. Europeista ed ex eurodeputata del Pd, la miss preferenze dell’Emilia Romagna è il riferimento politico delle sarde bolognesi e compare nella lista dei parlamentari europei “amici” della Open Society, la fondazione del filantropo americano. Non solo, la Schlein è anche tra i politici più “attivi” nel promuovere le istanze care all’organizzazione: una su tutte l’immigrazione e la promozione delle politiche di accoglienza.

il giornale.it

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.