Coronavirus, accuse choc di Boccia: “Salvini fa l’untore”

Il Coronavirus diventa terreno di scontro politico. Mentre il governo è impegnato a fronteggiare l’emergenza in Lombardia, Veneto ed alta Emilia Romagna, le forze politiche si scontrano sulle misure adottate dalle istituzioni.

Non tanto sulle ordinanza che chiudono scuole, luoghi di incontro e bloccano lo sport. Ma per quanto è stato fatto (o non fatto) dopo l’eplosione dell’epidemia in Cina.

Ad attaccare Conte e i ministri è stato Matteo Salvini, che ieri ha chiesto al premier di domandare “scusa” agli italiani “per non aver er non averli difesi e protetti”. Per il leader della Lega, dopo le scuse dovrebbero pure arrivare le dimissioni. Accuse però respinte al mittente da Conte in diretta tv su La7 ai microfoni di Massimo Giletti: il presidente ha rivelato di aver telefonato a tutti i leader dell’opposizione e di aver ricevuto risposta da tutti, tranne che da Salvini.

Il fuoco dello scontro sembra destinato a divampare. E la miccia potrebbe essere l’intervista rilasciata oggi dal ministro Francesco Boccia alla Stampa. Il titolore degli Affari regionali ha definito il leader del Carroccio un “untore”, definizione che in tempo di caccia al paziente zero non potrà che scatenare le polemiche. “Le parole di Salvini – dice Boccia – sono profondamente diverse da quelle della Meloni e di Berlusconi e danno la misura del suo scarso senso dello Stato. Ma questa non è una novità. Poi, che fosse anche un “untore” gli italiani lo stanno scoprendo in queste ore. Quando è in ballo la salute si deve stare tutti dalla stessa parte”.

Secondo il ministro piddino, l’Italia ha fatto tutto il necessario per affrontare l’emergenza e evitare che il virus proveniente dalla Cina si diffondesse nel Belpaese. “L’Italia è stato il Paese più rigoroso d’ Europa – afferma – non a caso abbiamo bloccato immediatamente i voli da e per la Cina. Qualcuno ha detto che siamo stati estremi con quella decisione, invece come si può notare oggi è stata molto saggia…”. Il risultato, però, non è quello sperato: oggi siamo il primo Paese per contagi in Europa.

Anche Burioni, in prima linea contro il Coronavirus, ha criticato la scelta del governo di non imporre la quarantena a chiunque rientrasse dalla Cina. “Intanto è una sciocchezza dire che chi arrivava facendo scali entrava senza problemi, chi veniva da Paesi a rischio era sottoposto a controlli accurati – risponde però Boccia – Accetto dagli scienziati critiche costruttive, vorrei che dessero un contributo al lavoro straordinario che stanno facendo operatori sanitari”. Ma “salire sul piedistallo in un momento come questo è un esercizio poco edificante che dovrebbe procurare un minimo di sana vergogna”. Il riferimento sembra essere proprio a Burioni: “Il lavoro da ‘untore’ lo fa già Salvini”.

Disposta la zona rossa per i Comuni interessati, non resta che attendere. Bisognerà capire se le misure messe in campo basteranno a contenere la diffusione del virus. Oppure se si espanderà. “Una cosa è se tutto si risolve in qualche settimana, altra cosa è se si protrae – spiega Boccia – È chiaro che se il virus si espande è un problema. Ma il governo c’è!”.

il giornale.it

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