Italia malato d’Europa

Covid-19 arriva anche a Milano. Inevitabile visto che il focolaio del lodigiano è davvero dietro l’angolo. Purtroppo nel Risiko del contagio in questo momento sembra vincere il coronavirus che ieri ha conquistato ora dopo ora un’area sempre più vasta del nostro paese per ora concentrata al Nord: Lombardia, Piemonte e Veneto con decine di contagiati: 62.

Ma il numero è in continuo aggiornamento.

Due le vittime accertate. Adriano Trevisan, il 78enne veneto, deceduto nell’ospedale di Schiavinea e la 77enne di Casalpusterlengo morta in casa in seguito ad un infarto e poi risultata positiva al coronavirus. La donna era stata nei giorni precedenti proprio al pronto soccorso di Schiavinea ed è anche la madre di un amico di Mattia ovvero il 38enne di Codogno considerato il paziente uno che si trova rianimazione a Pavia ed è stabile. In Lombardia il coronavirus tiene ancora in scacco gli epidemiologi che non riescono a risalire al paziente zero perché il manager sospettato di esserlo è invece risultato negativo anche al test degli anticorpi eseguito allo Spallanzani.

E adesso anche Milano trema per due casi confermati. Il primo risultato positivo al test ha 78 anni ed era ricoverato al San Raffaele da cinque giorni in una stanza singola ma ha avuto contatti i suoi familiari, medici e infermieri. É residente a Sesto San Giovanni e, forse sarebbe stato in contatto con persone nel focolaio del lodigiano. Il secondo un 71enne di Vizzolo Predabissi ora ricoverato al San Matteo di Pavia si era rivolto all’ospedale di Vizzolo che continua la sua attività. «Abbiamo la conferma che l’area del basso lodigiano è centro di un focolaio», riconosce l’assessore lombardo al Welfare Giulio Gallera.

Sono, per ora, 46 le persone risultate positive al coronavirus in Lombardia ma sono destinate ad aumentare perché come dice il dottor Roberto Burioni quando cerchi una cosa la trovi e fino ad ora la ricerca non era proprio iniziata. Nuovi casi in provincia di Pavia. Al policlinico San Matteo di Pavia sono saliti a otto i pazienti positivi ricoverati: tre si trovano in rianimazion, tra loro Mattia, il paziente uno. Gli altri cinque sono a malattie infettive, compresa la coppia di medici di Pieve Porto Morone, unmedico di base e una pediatra di famiglia di 57 e 65 anni, una donna di 66 anni e una coppia di 29 e 27 anni di Castiglione D’Adda. A Cremona due casi accertati un uomo di Pizzighettone e una donna che lavora in una azienda di Sesto cremonese che è stata chiusa. Ma non basta. É stato confermato il primo caso di positività anche in Piemonte, a Torino, confermato dalla regione: un uomo di 40 anni che ha avuto contatti con un familiare di un contagiato della Lombardia. È stato ricoverato all’ospedale Amedeo di Savoia di

Torino, le sue condizioni di salute non destano al momento preoccupazione. Sono statemesse in atto tutte le miosure di contenimento per la famiglia e chi frequenta. Tutti i test eseguiti fino a ieri però erano fortunatamente negativi.

Allarme epidemia anche in Veneto. A confermare i casi il governatore, Luca Zaia. Tra loro i familiari dei primi due contagiati e altri residenti nel comune di Vo’ Euganeo. Un nuovo caso di contagio è stato registrato a Dolo, in provincia di Venezia, a una cinquantina di chilometri di distanza da Vo’ Euganeo. L’uomo, di 67 anni, è ricoverato in rianimazione a Padova. «Al momento non capiamo ancora come sono avvenuti i contagi», ha precisato Zaia. É stata individuata una comunità di 8 cinesi che frequentava lo stesso bar di Trevisan che ora sono sottoposti al test.

Zaia annuncia misure drastiche anche in Veneto analoghe a quelle attivate nel Lodigiano per contenere l’epidemia, come pianificato dal ministro della Salute, Roberto Speranza per la Lombardia. L’ospedale dove è deceduto Trevisan viene progressivamente svuotato per procedere poi ad una disinfestazione totale. Sospensione di tutte le attività pubbliche e religiose, chiusura degli esercizi commerciali, delle scuole, università divieto di spostamento anche per chi lavora al di fuori del comune, interruzione di fermata dei mezzi pubblici. Esclusi i servizi essenziali come la sanità e ovviamente, il telelavoro.

E poi un passo deciso verso la centralizzazione della gestione dell’epidemia. I casi positivi al primo test per il Sars-CoV-2 riceveranno conferma da parte dell’Istituto superiore di Sanità o da altre strutture punto di riferimento e verranno resi noti dal ministero della Salute. Quindi ci sarà la distinzione tra casi «segnalati», «positivi al primo test» e «confermati» soltanto quando ci sarà l’evidenza del coronavirus anche dopo il secondo test.

il giornale.it

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