Liliana Segre alla Sapienza. Ma lo studente non può accoglierla: contestato perché di destra

Liliana Segre è attesa alla Sapienza, la prima Università della Capitale, martedì mattina. La senatrice a vita, alla presenza del presidente Mattarella e del ministro dell’Università Manfredi, riceverà dal rettore la laurea honoris causa.

Sul palco a rappresentare gli studenti dovrebbe esserci Valerio Cerracchio, rappresentante della lista più votata nella giunta dell’Università. Il condizionale è d’obbligo perché Valerio Cerracchio non è di sinistra. Un particolare che turba il permanente presidio antifà che ammorba l’ateneo romano. Infatti lo studente è vicino a un’associazione della destra giovanile romana, Generazione popolare.

Quindi, la cupola studentesca che decide chi parla e chi non parla alla Sapienza, cioè la stessa rete di studenti che ha portato Mimmo Lucano nell’ateneo e che anni addietro vietò la parola a Joseph Ratzinger, ha dato la sua sentenza: il Cerracchio è elemento non degno, secondo loro, di ricevere la signora Segre. In una lettera aperta gli studenti antifascisti chiedono al rettore di tornare sui suoi passi. Cerracchio “aderisce ad organizzazioni di stampo neofascista”.

Non contenti chiedono anche a Liliana Segre di incontrare dopo la cerimonia gli studenti antifascisti perché non si sentono rappresentati. «Non ci sentiamo rappresentati dallo studente che interverrà» e per questo chiedono un passo indietro dell’Ateneo e «all’Onorevole Segre un momento di confronto con chi si riconosce nei valori e nelle parole che Lei continua diffondere e incarnare». Il cerimoniale dell’Ateneo e i professori si dicono sconcertati della polemica: lo studente è stato scelto secondo i soliti criteri: un rappresentante della lista più votata scelto a rotazione delle diverse facoltà, e questa volta è il turno di ingegneria. Dunque nessuna forzatura.

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