Se la cura contro i tumori è nascosta nel dolcificante

Sono stati messi sotto processo, accusati di provocare il cancro. Ora i dolcificanti artificiali non solo vengono scagionati ma si scopre che potrebbero contenere le molecole chiave per combattere i tumori.

Non tutti, solo quelli a base di saccarina e acesulfame. Tipo il Dietor, giusto per citare una delle marche più note. Esclusi invece dalla partita i surrogati dello zucchero a base di aspartame.

La prospettiva di una seconda vita per la saccarina non è una fake news lanciata da qualche sito di salute e benessere. Ma ha basi scientifiche più che serie che potrebbero elevarla dal bancone del bar alla terapia oncologica. Così emerge dalle ricerche del team internazionale guidato da Claudiu Supuran, docente dell’Università di Firenze, e pubblicato sul Journal of Medicinal Chemistry. Per di più, in Canada e negli Stati Uniti, le cellule dolcificanti sono già alla seconda fase di analisi per vedere se potranno diventare un farmaco oncologico vero e proprio o meno. Per questa decisione bisognerà aspettare ancora qualche anno («fra i tre e i sei anni» è cauto Supuran) ma il percorso promette bene.

«Le ricerche più recenti hanno messo in luce che, a dispetto dei timori per gli effetti sulla salute umana emersi negli scorsi decenni, le sostanze che compongono molti dei dolcificanti artificiali possono uccidere le cellule cancerose umane – spiega Supuran, che è anche professore ordinario di Chimica farmaceutica dell’ateneo fiorentino -. Il nostro studio si è posto l’obiettivo di individuare una versione di tali sostanze in grado di inibire con ancora maggiore efficacia un enzima, l’anidrasi carbonica, che favorisce nei tumori il meccanismo di crescita delle cellule malate».

Di fatto gli elementi contenuti nei dolcificanti aiuterebbero a uccidere le proteine dei tumori senza danneggiare in alcun modo le altre cellule sane del corpo. I ricercatori – appartenenti all’Università di Firenze, all’Università della Florida, alla King Saud University e agli istituti egiziani National Research Center e Kafrelsheikh University – hanno studiato oltre venti sostanze combinandole con il sulfonammide/sulfamato contenuto negli edulcoranti, per potenziare le capacità di tale gruppo chimico di bloccare l’azione dell’anidrasi carbonica. Da vent’anni circa uno dei fronti sui cui i ricercatori di Firenze sono concentrati riguarda proprio la presenza di scarso ossigeno nelle cellule tumorali. «Alcuni dei composti che abbiamo studiato, legati alle strutture chimiche dei dolcificanti artificiali presi in esame – chiarisce il ricercatore -, hanno mostrato una capacità ancora superiore rispetto agli edulcoranti stessi nel bloccare le cellule tumorali polmonari, prostatiche e del colon, ma senza danneggiare le cellule sane».

Che si chiaro. Non basta sciogliere il dolcificante a base di saccarina ogni giorno nel caffè per combattere il cancro, ma dalle pastigliette che usiamo comunemente potrebbe, questo sì, arrivare uno spunto importante nella cura dei tumori. E lo zucchero invece? «È vero che l’utilizzo eccessivo non è salutare – spiega il ricercatore – perché aiuta le cellule oncologiche a crescere ma non dobbiamo nemmeno demonizzarlo. Serve anche quello al nostro organismo, solo nelle giuste dosi».

La ricerca mette definitivamente a tacere l’allarme americano (il primo lanciato negli anni Settanta) che collegava la saccarina e il tumore alla vescica, tanto da spingere il Congresso Americano ad imporre che tutti gli alimenti che contenevano la saccarina recassero l’etichetta «Può provocare danni alla salute». Tempi passati.

il giornale.it

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