Via il reddito ai terroristi. Ma i giallorossi bocciano la proposta degli azzurri

Il Parlamento ha respinto ieri un emendamento alla legge di Bilancio 2020 presentato dalla senatrice Gabriella Giammanco (Forza Italia), che intendeva togliere la possibilità di ottenere il reddito di cittadinanza ai condannati per terrorismo ed altri gravi reati, come l’omicidio, la pedofilia e la violenza sessuale, nel periodo durante il quale stanno scontando la pena detentiva.

Lo scandalo di Federica Saraceni, l’ex britagista, con due figli piccoli, arrestata nel 2003 e condannata a 21 anni e sei mesi di reclusione per l’omicidio del giuslavorista Massimo D’Antona (ucciso il 20 maggio 1999 a Roma) che riceve da 4 mesi l’assegno di 623 euro, aveva fatto scoppiare un putiferio. L’Inps aveva confermato che le spetta per legge. Infatti la modifica delle regole non è retroattiva.

I requisiti reddituali, patrimoniali e occupazionali ci sono. La norma prevede che non possano avere il reddito di cittadinanza coloro i quali abbiano avuto una condanna nei dieci anni precedenti, ma nel suo caso si tratta di 12 anni fa. E in effetti tali norme restrittive andavano inserite subito, e non a cose fatte. A fare infuriare ulteriormente fu anche l’atteggiamento di Luigi Saraceni, che difese la figlia: «Va a fare le rapine o ce ne prendiamo carico? Dobbiamo fare come i nazisti che li infornavano?»

La replica del ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, aveva rassicurato: «Questo non lo possiamo permettere. Le va tolto: non c’è bisogno nemmeno di una legge per sbloccare questa ingiustizia». Ma siamo proprio sicuri che si possa fare? E poi erano spuntati, anche i casi dei brigatisti Massimiliano Gaeta e Raimondo Etro. E nei mesi scorsi sollevò un polverone anche la notizia che alcuni membri della famiglia Spada, il clan più potente di Ostia, hanno fatto richiesta per accedere al reddito di cittadinanza.

Ieri ad attaccare questa misura Gabriella Giammanco, vicepresidente del gruppo Forza Italia al Senato e portavoce azzurra in Sicilia, che si è vista bocciare da M5s e Pd il suo emendamento. «Il reddito di cittadinanza è una misura che fa acqua da tutte le parti, come i casi di cronaca hanno dimostrato spiega la Giammanco – Tra tutte le falle credo che la più ingiusta e assurda sia quella che consente ai terroristi di percepirlo mentre stanno ancora scontando la loro pena. La bocciatura dell’emendamento è surreale».

Non è la prima volta che questo accade: alcuni mesi fa, durante il precedente governo Conte, un emendamento analogo, proposto dal deputato di Forza Italia Pierantonio Zanettin, venne respinto a maggioranza di voti in commissione Lavoro. Salvini annunciò che il suo partito era pronto a paralizzare il Parlamento: «La Lega disse non parteciperà a nessun lavoro d’aula e di commissione finché il governo non spiegherà questo scandalo e quest’ingiustizia sarà sanata». Ma Salvini, che fino a meno di due mesi fa faceva parte del governo, dimentica che proprio la Lega votò contro un emendamento di Forza Italia che prevedeva che il reddito di cittadinanza non potesse essere destinato a persone che hanno subito condanne per terrorismo. L’emendamento Zanettin fu poi riproposto in aula ma il governo giallo verde chiese la fiducia e quindi non fu più possibile apportare altre modifiche al testo.

il giornale.it

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