Santoro torna in Rai, ma questa volta niente politica: arriva “Volare”, il programma sulla trap

Alla fine, Michele Santoro tornera in Rai, sempre sul secondo canale. Questa volta, però, non con un programma di analisi sulla politica italiana.

E nemmeno con un talk sui temi d’attualità più incandescenti. Il celebre giornalista condurrà, come ricorda l’Adnkronos, “Volare”, un programma che esamina il fenomeno della musica trap, analizzando quindi con l’espediente musicale le caratteristiche di una nuova generazione che cambia. E che, di frequente, sfugge.

L’affresco sul fenomeno trap

Il programma andrà in onda in seconda serata, sulla rete che gli è sempre “appartenuta”. Il programma di Ram Pace, Cecilia Sala e Luca Santarelli, propone di analizzare il fenomeno partendo dal punto di vista di chi lo fruisce. Cioè i più giovani, con un affresco su abitudini, costumi e stile di vita dei suoi protagonisti. Che sono praticamente tutti giovani e che mostreranno sul secondo canale i segni che rendono riconoscibili i trapper. Cioè i tatuaggi, i vestiti firmati, il culto del successo i rete e le rime al limite della provocazione.

I volti del programma

Protagonisti del nuovo contenitore, oltre al popolare conduttore, saranno quattro giovani, tutti esponenti del fenomeno trap: Chfnik, Yolo, Jama Don e Christian King. Chfnik è il nome d’arte di Nicolò, giovane trapper milanese che vive in un belll’appartamento sui Navigli, al centro del capoluogo lombardo. Il ragazzo, già noto sulla scena trap, su YouTube si è fermato a qualche migliaio di visualizzazioni. Da lì la decisione di fare musica e lasciare il suo lavoro di chef per farcela a tutti i costi. Elemento divenuto una nevrosi e una forma di rancore. Yolo, invece, figlio di immigrati romeni, è arrivato in Italia quando aveva 10 anni: dopo un periodo vissuto a Milano, si è trasferito con la famiglia in un piccolo centro dell’hinterland. In lui a fare la differenza sono state le difficoltà con la nuova lingua e l’isolamento a scuola. I suoi testi in italiano partono dalla necessità di inserirsi in una nuova realtà. Jama Don, invece, nato da padre italiano e madre rom, ha alle spalle una storia più complicata delle altre: figlio di un padre violento, è cresciuto in una struttura protetta e la sua storia la racconta nei suoi testi. Christian King, invece, sceglie di farsi chiamare così perché la trap lo fa sentire un re e non più un ragazzino vittima di bullismo cresciuto a Livorno, in Toscana.

Il programma

Nel nuovo programma, le storie e le abitudini dei quattro aspiranti musicisti saranno al centro della narrazione. Non più politica o polemiche a distanza, ma il ritratto di una generazione che sfugge agli stereotipi (anche se ne fa parte), ma che soprattutto è costantemente alla ricerca di un riscatto. Che si concretizza nel successo personale

il giornale.it

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