“Un’altra moschea per i turchi”. Ecco l’ultimo regalo di Pd-M5s

Il governo dà il suo «via libera» alla moschea di «Milli Gorus» a Milano. E con essa approva tacitamente il piano delle attrezzature religiose del Comune, che ha inserito proprio la sede di via Maderna fra i quattro centri di preghiera islamici da sanare in città con il nuovo Pgt.

Il sostanziale via libera all’associazione turca e al progetto del Comune è arrivato dal Viminale, per bocca del milanese Matteo Mauri, viceministro dell’Interno, che ha risposto in commissione all’interrogazione presentata poche settimane fa da Federica Zanella, deputata di Forza Italia eletta a Milano proprio nel collegio che comprende anche via Maderna, una traversa di via Mecenate in cui sorge questa «moschea», da anni al centro di discussioni. Due gli ordini di problemi sollevati sul caso: (…) uno urbanistico, l’altro più «ideologico». La comunità musulmana ha sede in un capannone su due livelli, di circa 450 metri, acquistati nel 2011 dall’associazione turca «Emug». Il viceministro, replicando alle questioni poste da Zanella, ha riconosciuto che «negli anni scorsi sullo stabile in questione sono stati effettuati interventi, a seguito dei quali la citata comunità è stata sanzionata per riscontrate irregolarità». Ora, in generale, la Regione chiede che nei casi di abuso edilizio riscontrato si proceda con ripristino e sanzioni, magari anche penali, come accaduto per via Cavalcanti. Ma in questo caso, per il Viminale, «il capannone di via Maderna, «a seguito di domanda da parte dell’associazione, essendo pienamente a norma rispetto ai criteri indicati dalla Regione Lombardia, è stato inserito nel Piano delle attrezzature religiose».

Ma la questione si è fatta delicata sempre più anche sul piano «ideologico», soprattutto dopo l’operazione militare turca nel Nord della Siria. Un mese fa, nei giorni dell’offensiva contro i curdi, si è parlato molto di questo aspetto, anche perché la sinistra ha protestato contro il presidente turco Erdogan, sottovalutando il fatto che proprio Milano stava perfezionando un’apertura di credito a una realtà che oggi rappresenta un legame fra il governo targato Akp e l’Europa. Una realtà che controversa è dir poco. Negli anni scorsi – lo ha fatto presente anche in Comune il consigliere Matteo Forte – Milli Gorus è stata inserita per più anni in un documento del ministero degli Interni tedesco: nel «rapporto sulla difesa dei principi costituzionali» è stata citata fra le realtà potenzialmente problematiche per la democrazia. Milli Gorus è fautrice infatti di un mix di nazionalismo turco e integralismo islamico, con spiccate posizioni anti-occidentali. Sulla pagina di MilliGorus, non a caso, campeggia il nome del fondatore Necmettin Erbakan, che è stato maestro dell’attuale rais di Ankara Erdogan nonché «inventore» dell’islam politico turco. Su questi aspetti verteva l’interrogazione di Zanella, ma tutto ciò il governo glissa. Nella risposta in commissione Mauri ha ammesso che la Comunità è articolazione italiana dell’organizzazione inserita nel rapporto tedesco «quale associazione monitorata per l’ideologia fondata sul pensiero religioso», però poi ha aggiunto che «allo stato non sono emersi elementi informativi in ordine ad attuali attività investigative condotte dalle Autorità tedesche di polizia». Nulla di più, se non la constatazione che alla preghiera del venerdì a Milano partecipa un centinaio di persone.

Insoddisfatta si è dichiarata Zanella, secondo la quale la risposta «preoccupa e sconcerta perché denota disinteresse e la pericolosa sottovalutazione del problema». La deputata azzurra, tuttavia, non intende demordere e fa sapere che chiederà conto in futuro di questa vicenda, anche in Aula, non limitandosi ai centri di Milano: «Considerata l’attenzione che il ministro Lamorgese ha sempre riservato alla nostra città, visto anche il suo trascorso da prefetto – dice – contavo sul fatto che il Viminale avrebbe posto più attenzione al problema di un potenziale centro promotore di estremismo islamico. Così non è, spero che al ministero abbiano mal interpretato in buona fede l’interrogazione, chiedo che questa realtà venga attenzionata a dovere. Tornerò a sollecitare riscontri più puntuali».

il giornale.it

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