Parigi, distrutta la statua del maresciallo Juin. Quello delle “marocchinate”. Bravi gilet gialli…

I gilet gialli oggi sono un po’ più simpatici. Ieri hanno distrutto o comunque danneggiato la statua al maresciallo Alphonse Juin a place d’Italie. Il nome dirà poco, perché in Italia è proibito parlare dei crimini di guerra degli “alleati”. Ma il maresciallo Juin andrebbe considerato un autentico criminale di guerra. E sarebbe dovuto essere processato per questi crimini. Juin era il comandante delle truppe franco-maghrebine che si resero responsabili di atrocità inenarrabili in Ciociaria ma non solo. Le truppe africane nella primavera del 1944 violentarono migliaia di donne e un migliaia di uomini e bambini. Inoltre torturarono, razziarono e commisero violenza sulle popolazioni di interi Paesi, macchiandosi anche di esecuzioni sommarie. Tutto ciò è passato alla storia come marocchinate.

Rimuovere la statua di Juin da piazza Italia

Ora, che vi sia una statua a questo personaggio a Parigi, e per giunta in piazza d’Italia, appare un affronto intollerabile alle donne, ai bambini e agli uomini che patirono la violenza della sua soldataglia. La statua andrebbe rimossa e un primo colpo glielo hanno dato i gilet gialli nell’anniversario della loro prima manisfestazione. Amareggia leggere sui grandi giornaloni solo la notizia della vandalizzazione della statua di Juin e non la sua storia. Anzi, è stato pure scritto che fu l’eroe del Garigliano. In Francia poi fu premiato dopo la guerra diventando capo di Stato maggiore. La Nato, grata per i suoi servizi, lo nominò comandante per il centro Europa.

Le nefandezze di cui si macchiò il Corpo di spedizione francese in Italia non sono mai emerse né su di esse vi fu mai una campagna stampa. Né la magistratura militare italiana, sempre pronta a processare e condannare vecchi di oltre 90 anni, se ne è mai interessata. Tutto perché gli “alleati” erano i buoni, e tutti gli altri i cattivi.

Dio ci liberi dai “liberatori” come Juin

Dopo la battaglia della Valle del Liri, che consentì agli alleati di sfondare la linea Gustav, il maresciallo Juin concesse ai goumier francesi 50 ore di libertà. Questo perché a quanto pare questa soldatagliasi arruolò in base a un patto che prevedeva il diritto di preda e di saccheggio. Solo l’intervento di truppe canadesi impedì che la barbarie andasse ancora avanti. Le donne violentate contrassero numerose malattie a trasmissione sessuale, molte si suicidarono e vi furono casi di infanticidio di bambini nati dagli stupri. Il parroco di Esperia morì in seguito alle ferite riportate nello stupro. Ma in Italia non si parla di questi “liberatori”, chi vince ha sempre ragione e anzi gli si erige una statua. E proprio nella piazza intitolata al Paese che le sue truppe stuprarono e offesero. La statua di questo criminale di guerra deve sparire subito da place d’Italie.

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