La Merkel bluffa sui migranti, ma Conte continua ad applaudire

Alla fine il copione anticipato nella giornata di ieri, a Palazzo Chigi è andato puntualmente in onda: volto sorridente di Giuseppe Conte, figliol prodigo, accanto ad una Angela Merkel che tratta lo stesso premier italiano come un “amico” ritrovato, un attore tornato a recitare il ruolo voluto da Berlino.

La visita della cancelliera tedesca a Roma, culminata poi con la cena a Villa Doria Pamphili, si è sviluppata lungo questo filone: una Germania che ha promesso aiuto e sostegno all’Italia sull’immigrazione, che ha elogiato il nuovo governo per progressi nel settore bancario, dall’altro lato un Giuseppe Conte che si è mostrato continuamente soddisfatto e contento, esibendo come un trionfo l’amicizia con il capo del governo tedesco.

Non a caso i quotidiani tedeschi hanno parlato complessivamente, come sottolineato anche da Libero, di “luna di miele” tra Roma e Berlino. L’esecutivo giallorosso oramai è ben caratterizzato da un rapporto con la Germania sugellato da continui idilli.

Anche il ministro degli esteri e capo politico del M5S Luigi Di Maio, nel giorno delle celebrazioni del trentesimo anniversario del crollo del muro di Berlino, ha elogiato la Germania. Proprio lui, che sia all’opposizione che durante la prima esperienza di governo all’interno dell’esecutivo gialloverde, non ha mai espresso profonda stima verso la Merkel, ha invece sostenuto di prendere la Germania come esempio per la redistribuzione.

Questo giusto per certificare e mettere il sigillo alla ritrovata luna di miele con Berlino. Ed a proposito di migranti e redistribuzione, l’argomento è stato affrontato dalla cancelliera nel corso della conferenza stampa congiunta a Palazzo Chigi.

Così come già evidenziato nell’articolo di Clarissa Gigante, Angela Merkel ha dato il suo appoggio all’Italia sull’immigrazione ma sottolineando l’importanza “di parlare con l’Unhcr e con i responsabili delle Ong per garantire degli standard ragionevoli e il rispetto dei diritti umani”.

Poi, il capo dell’esecutivo tedesco ha affermato come nella nuova commissione europea, che per la verità sta stentando e non poco a nascere, ci sarà spazio per la tematica sull’immigrazione e dunque per un sostegno all’Italia anche sulla redistribuzione. E qui la Merkel ha tirato fuori il vertice di Malta: “Una divisione equa dei compiti richiede ancora un po’ di tempo – ha argomentato la cancelliera – Quindi trovo giusto che a Malta ci sia stato un primo passo. È stato lanciato un messaggio positivo, ma molto resta da fare. I paesi rivieraschi che difendono i confini esterni dell’Ue non possono essere abbandonati”.

Un discorso che è apparso musica per le orecchie di un Giuseppe Conte che, durante le sue prime giornate da guida del suo secondo governo, ha puntato molto sul sostegno tedesco all’immigrazione. Ma le parole di Angela Merkel, belle in politichese, sono apparse ben lontane dalla realtà: in primo luogo perché è risaputo che il vertice di Malta è stato un bluff, in secondo luogo perché è stato lo stesso governo tedesco, per bocca del ministro dell’interno Seehofer, a parlare di indietreggiamento dalle già flebili intese di Malta in caso di aumento degli sbarchi.

Quello della Merkel, e questo Conte lo sa benissimo, è soltanto fumo gettato negli occhi di un’Italia che però in questa fase sente quasi come il bisogno di sentir pronunciare promesse su aiuti, redistribuzione e collaborazione sull’immigrazione.

Nessuna parola è stata invece spesa sul presunto accordo, rivelato da Die Welt, circa i voli che l’Italia potrebbe autorizzare per portare qui i migranti espulsi dalla Germania, i cosiddetti “dublinanti”. Nessuna conferma, ma anche nessuna smentita in merito.

La sensazione dunque, è che i tentativi di Conte e del suo governo di bloccare ogni contrasto con la Germania, presentando sul piatto della scena internazionale la ritrovata amicizia con Berlino, non stia producendo alcun effetto. Sull’immigrazione la Merkel non affianca alle belle parole anche i fatti concreti, su bilanci e manovre non sembra esserci spazio per la tanto auspicata maggiore flessibilità, sugli altri dossier, a partire da quello libico, l’agenda è dettata in modo perentorio da Berlino.

La visita della Merkel a Roma dunque, più che una luna di miele sembra aver certificato un rapporto dove a mancare è soprattutto la reciprocità: c’è una parte che applaude e sorride, ossia l’Italia, mentre dal canto suo la Germania pensa a mantener politicamente buono l’amico italiano ritrovato.

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