Arrivano le multe-salasso per le nuove tasse giallorosse

Tra le misure della manovra che più hanno fatto discutere troviamo senza ombra di dubbio la tassa sulla plastica e quella sulle bibite gasate, dette anche rispettivamente sugar tax e plastic tax

Entrambe fanno parte del blocco di provvedimenti green oriented proposti dal governo per entrare nelle grazie di gretini e ambientalisti vari, ma allo stesso tempo queste misure non contribuiranno certo ad attirare le simpatie di una buona fetta di consumatori nei confronti dell’esecutivo giallorosso. Il motivo è presto detto. Basta analizzare nel dettaglio le due misure, come ha fatto Il Sole 24 Ore, per capire meglio cosa comportano e quali conseguenze potrebbero avere su imprenditori e comuni cittadini.

Partiamo dalla plastic tax, la più onerosa delle imposte citate. Si tratta di una cosiddetta imposta a consumo che, nel caso in cui dovesse essere confermata nel ddl di bilancio atteso entro la fine del mese al Senato, riguarderà i manufatti usati per imballare prodotti e realizzati con fogli, strisce di plastica o pellicole. Sarà esclusa la plastica riciclata, ma c’è comunque apprensione in quanto l’imposta colpirà il manufatto primario oltre a quello secondario e terziario.

Prendiamo come esempio una comune bottiglietta d’acqua di plastica. Applicando alla lettera il provvedimento, scatterà l’imposta sulla bottiglia stessa, essendo di plastica, ma anche sulla pellicola che avvolge il manufatto e sul pallet impiegato dalle industrie per imballare i prodotti. Al momento si parla di un’imposta del valore di 1 euro per ogni chilogrammo utilizzato che, a conti fatti, dovrebbe portare nelle casse dell’Erario un miliardo nel secondo semestre del prossimo anno. Dunque, a meno di un calo dei consumi dei manufatti in plastica, in ragione d’anno l’impatto sarà di almeno due miliardi.

Sanzioni salatissime

Spostiamoci dal lato delle imprese. Come faranno a saldare la plastic tax? L’imposta sarà versata tramite una dichiarazione trimestrale, che dovrà essere presentata entro l’ultimo giorno del mese successivo al trimestre di riferimento. Sempre all’interno dello stesso limite temporale – sottolinea sempre Il Sole 24 Ore – l’imposta dovrà essere versata usando il modello unico di pagamento F24 anche in compensazione.

La sugar tax, invece, colpirà tutte le bevande zuccherate contenenti un limite alcolometrico inferiore all’1,2%. L’imposta – ancora da confermare, ricordiamolo – riguarderà i prodotti finiti, con un prelievo di 10 euro ogni ettolitro, ma anche quelli usati per produrre le bevande analcoliche e zuccherate, con un’imposta di 25 centesimi a chilogrammo. Da qui, il governo prevede di incassare circa 200 milioni a partire dal secondo semestre del 2020. Ma nel 2021 la somma potrebbe addirittura raddoppiare, qualora l’esecutivo scegliesse di raddoppiare l’imposta.

Capitolo sanzioni. La punizione per l’omesso pagamento delle tasse green rischia di essere salatissima, in certi casi addirittura 10 volte più grande dell’imposta non versata. Scendendo nel dettaglio, si lavora per creare un regime sanzionatorio che preveda multe comprese da 2 a 10 volte la somma non corrisposta. La sanzione minima per i mancati pagamenti non sarà comunque inferiore ai 500 euro; per quanto riguarda i ritardi, scatterà una maggiorazione del 30% dell’imposta, con sanzione minima abbassata a 250 euro. Niente è dovuto al Fisco se la sugar tax è inferiore ai 30 euro; il limite diventa di 10 euro per la plastic tax.

il giornale.it

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