Roma, il picchiatore seriale nigeriano condannato a 2 anni e 6 mesi

Arrivata la condanna per Alukwe Okecku. Il 48enne nigeriano è noto alle cronache per aver massacrato l’infermiere del Policlinico Umberto Primo.

Il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, come scrive il quotidiano Il Tempo, ha prestato attenzione alla faccenda dopo aver saputo che l’imputato, prima di aggredire il portantino, era stato scarcerato nonostante un precedente episodio nei confronti di due carabinieri.

In realtà Okecku si è scagliato anche contro due agenti di polizia. Per questo ieri il pm ha chiesto e ottenuto la condanna a 2 anni e 6 mesi di reclusione. Quando è accaduto il fatto l’imputato era appena uscito dal carcere di Velletri, dove aveva scontato una condanna di un anno e quattro mesi per aver commesso diversi reati: violenza sessuale, resistenza al pubblico ufficiale e lesioni. Sarebbe dovuto essere espulso, ma in attesa che ciò avvenisse stava per essere accompagnato a Potenza, in un centro di permanenza temporanea.

Durante il tragitto però aveva aggredito i carabinieri. Bloccato e rinchiuso per una notte in caserma, Okecku era stato poi rimesso in libertà perché il suo stato di salute (si era ferito durante la colluttazione) era incompatibile con il carcere. Ma all’interno del Policlinico Umberto Primo aveva massacrato un portantino spintonandolo e prendendolo a calci. La vittima era stata aiutata da un medico e l’aggressore era riuscito a fuggire.

Pochi giorni dopo, al termine di una caccia all’uomo, il latitante veniva riacciuffato. Come? Gli agenti erano intervenuti nei pressi della stazione Termini insieme ai vigili urbani dopo aver ricevuto l’allarme di una donna che aveva raccontato di essere stata picchiata. La trentasettenne aveva detto che Okecku era seduto su una panchina, quando all’improvviso le aveva sferrato un pugno al volto.

Dopo essere stato fermato veniva accompagnato di nuovo in ospedale. Questa volta al Santo Spirito. Ed è lì che era stato identificato. E arrestato. Accusato di tentato omicidio e aggressione, questa volta l’arresto nei suoi confronti veniva convalidato. Dagli atti è emersa poi una nuova aggressione contro la polizia. Questa volta si parla di una colluttazione all’interno di una volante. Anche in questo caso calci, pugni e testate contro gli agenti cercando di fuggire dall’auto. Una sfuriata che gli costerà altri 30 mesi di permanenza in carcere.

il giornale.it

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