La Caritas lancia un fondo per aiutare i migranti colpiti dal Dl sicurezza

Milano, 8 mar. (AdnKronos) – Per aiutare i migranti colpiti dal provvedimento del governo in materia di immigrazione e sicurezza Caritas Ambrosiana ha costituito il ‘fondo di solidarietà per gli esclusi dall’accoglienza’. Lo rende noto Caritas, spiegando che “il fondo, aperto al contribuito dei cittadini, sarà destinato in primo luogo agli ospiti al momento presenti nel sistema di accoglienza diffusa della diocesi di Milano, titolari di un permesso di soggiorno, ma che nonostante questo sarebbero costretti a interrompere i percorsi di integrazione già intrapresi”.

Inoltre “le risorse raccolte serviranno per auto-finanziare le ospitalità in quei posti all’interno delle rete degli appartamenti parrocchiali e degli istituti religiosi che non saranno più convenzionati con le prefetture alla scadere dei nuovi bandi”. “Il decreto sicurezza, al contrario di quanto promesso, produrrà una situazione di emergenza nel nostro Paese -spiega il direttore di Caritas Ambrosiana, Luciano Gualzetti-. Abbiamo deciso di farvi fronte, come si fa in questi casi, mettendo a disposizione strutture e risorse e chiedendo a tutti coloro che lo desiderano di darci una mano. Sappiamo che questo nostro gesto non risolverà il problema, ma per quanto è nelle nostre possibilità, obbedendo alla nostra coscienza, vogliamo almeno dare una risposta negli interessi, in primo luogo, dei nostri ospiti, ma anche delle comunità che si troverebbero a fare i conti per lo più con persone giovani, frustrate nel loro sogno di integrazione, destinate nella migliore delle ipotesi ad alimentare il mercato del lavoro nero”.

Si stima che i primi beneficiari del fondo saranno 200 migranti, che senza questo intervento finirebbero per strada o in condizioni di grande vulnerabilità. Il fondo di solidarietà servirà a coprire i costi dell’ospitalità (il pagamento delle bollette del gas e della luce) e i percorsi di accompagnamento sociale (corsi di italiano, tirocini, formazione professionale) all’interno degli appartamenti presso le parrocchie che costituiscono il sistema di accoglienza diffusa della diocesi di Milano.

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