Multe se guidi un’automobile intestata ad un altro? Ecco come funziona la nuova legge

Quando ci si mette alla guida, può capitare spesso di doversi trovare a condurre un’automobile diversa dalla propria. Le eventualità nelle quali questa situazione può verificarsi sono tantissime: magari si tratta dell’auto dei genitori, magari si sta accompagnando a casa un amico troppo ubriaco per guidare, sono contesti normali che accadono spesso.*Da qualche tempo però c’è grande contestazione attorno alla normativa che prevede una multa salatissima nel caso in cui si stia circolando a bordo di un’automobile intestata ad un’altra persona. Nel caso in cui si venga “pizzicati”, le conseguenze sono notevoli: circa 700 euro di multa e ritiro della carta di circolazione. Ovviamente però è tutto meno complicato di quanto non possa sembrare.La multa ed il ritiro della carta infatti scattano solo in condizioni specifiche, non basta semplicemente guidare il veicolo di un conoscente per essere passibili di sanzioni. Innanzitutto, il divieto non è allargato ai familiari: se volete provare a far colpo con la macchinona del papà, vi sarà ancora concesso senza alcun problema (a patto che abbiate lo stesso indirizzo di residenza).In secondo luogo, affinché sussistano le condizioni per far scattare le sanzioni è necessario che l’auto in questione sia stata guidata continuativamente per oltre 30 giorni. In altre parole, riaccompagnare un amico che ha alzato troppo il gomito non vi metterà in pericolo, sarete punibili solo guidando per oltre un mese un’auto non vostra. Ma in questo caso, per mettervi al riparo vi basterà comunicare la co-intestazione all’Archivio Nazionale Veicoli, e sarete automaticamente al riparo da ogni conseguenza spiacevole.

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