Migranti, Di Maio a Malta sulle Ong: “Accogliamo noi donne e bimbi’

Di Maio “apre” le porte dell’Italia ai migranti “donne e bambini” a bordo delle due navi delle Ong Sea Eye e Sea Watch da giorni in mare senza un porto in cui sbarcare.

“Due navi ai confini dell’Europa – scrive su Facebook Di Maio – Ancora una volta solo l’Italia viene chiamata in causa. Malta non fa attraccare le imbarcazioni nonostante siano nelle loro acque territoriali a un miglio dalla costa. Tutta l’Europa se ne frega. Non possiamo continuare a cedere a questo ricatto”. La polemica con l’Ue richiama quanto successo nei mesi scorsi, quando da Bruxelles e dagli altri Stati dell’Europa erano arrivati solleciti verso Roma per spingerla ad aprire i porti chiusi da Salvini.

Il caso delle due navi Ong ha riacceso lo scontro sui salvataggi in mare. I 49 immigrati presenti sulle due imbarcazioni da giorni navigano in mare aperto in attesa di ricevere l’indicazione su un poto di sbarco. Indicazione che non è arrivata. Malta, ieri, ha solo consentito l’avvicinamento alle coste ma non ha ancora attraccato in porto. I rifornimento sono stati portati tramite altre imbarcazioni di Ong.

Come mai nessuno se la prende con Malta, si chiede Di Maio? Che poi lancia il sasso: “Per me nessun bambino con la sua mamma può continuare a stare in mare ostaggio dell’egoismo di tutti gli Stati europei – scrive – Malta faccia sbarcare subito donne e bambini da quelle imbarcazioni e li mandi in Italia. Li accoglieremo. Siamo pronti ancora una volta a dare, come sempre, una lezione di umanità all’Europa intera”.

Non è chiaro quale sarà la reazione del collega Salvini, anche se – a onore del vero – anche in altre occasioni di “stallo” il ministro dell’Interno aveva dato l’autorizzazione a far sbarcare in Italia donne e bimbi, lasciando a bordo delle navi chi non rientrava in queste categorie. Una telefonata è intercorsa tra il vicepremier grillino e il premier Conte per telefonare a La Valletta e comunicare la disponibilità italiana ad accogliere donne e bambini. “Poi – continua Di Maio – ci mettiamo al telefono con ognuno dei capi di stato europei e li costringiamo a rispettare le quote previste per ogni Paese. Questa Europa così non va, la cambieremo con le prossime elezioni europee. Ma i bambini non possono pagare il prezzo di un’Europa che si gira dall’altra parte per non vedere”.

il giornale.it

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