Michele Emiliano lascia il PD «Non posso rinnovare più la tessera»

 

«Per ragioni legate al mio ruolo di magistrato, sia pure in aspettativa per mandato elettorale, devo comunicare la mia decisione, dolorosa ma inevitabile, di non rinnovare l’iscrizione al Pd, in ossequio alla recente sentenza della Corte Costituzionale in materia». È quanto comunica Michele Emiliano, governatore della Puglia, ex sindaco di Bari e magistrato in aspettativa da 14 anni, in una lettera inviata al circolo del quartiere Murat-San Nicola a Bari.
La comunicazione
Emiliano, che si definisce comunque «capo politico della coalizione di centrosinistra della Regione Puglia», spiega come proseguirà la sua esperienza nel mondo dell’amministrazione pubblica. «Continuerò a supportare il Pd — conclude il governatore — in ogni modo in cui mi venga richiesto e continuerò a frequentare il mio circolo ed ogni istanza di partito alla quale riterrò di intervenire. Vi è infatti che il mio ruolo di capo politico della coalizione di centrosinistra della Regione Puglia è per me coessenziale alla mia militanza nel Pd al quale sarò sempre legato».
La vicenda
La sentenza della Consulta, pubblicata a luglio scorso, in sostanza ribadisce: la norma che vieta ai magistrati fuori ruolo di iscriversi a partiti politici non è in contrasto con la Costituzione. Emiliano del Partito Democratico è stato tra i fondatori. E soprattutto, nel 2017, si è presentato alle primarie per tentare di scalare la segreteria nazionale. Fu sconfitto nettamente da Matteo Renzi (1.257.091 voti pari al 69,17%) raccogliendo 197.630 preferenze (10,87%).
Le reazioni
Il primo a commentare la notizia con un tweet è Carlo Calenda, ex ministro dello Sviluppo Economico e iscritto al partito: «Una buona notizia. Finalmente Emiliano fuori dal Pd».

 

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