Arriva il regista sinistro. Vuole pubblicizzare il suo film. Ma alla fine finisce per insultare Salvini.

Ecco spuntare il regista Nanni Moretti per pubblicizzare il suo nuovo film Santiago, Italia sul golpe del ’73, dichiara a Repubblica: «Finite le riprese, è diventato ministro dell’Interno Matteo Salvini. E allora ho capito perché avevo girato quel film. L’ ho capito a posteriori».

E poi: «Ci sono forze politiche che vengono votate nonostante la loro violenza, ma proprio perché ne fanno uso. La solidarietà, l’ umanità, la curiosità e la compassione verso gli altri sembrano essere bandite… C’ è uno slittamento progressivo ma inarrestabile verso la mancanza di umanità e di pietà…».

Poi passa a dirne quattro alla sinistra, in particolare al Pd. Ecco cosa ha detto: «sbaglia e ha sbagliato e si perde in battibecchi interni che non interessano a nessuno, quando in realtà ci sarebbe spazio per una forza razionale, seriamente riformista ed europeista».

E, in tutt’ onestà, il regista afferma pure: «Salvini fa il suo mestiere, ma la sinistra dov’ è? Non far passere la legge per la cittadinanza è stata una cosa gravissima».

E qui uno potrebbe dire: rieccolo, il Nanni contro la sinistra. Quello infuocato de La cosa, il cortometraggio del 90 che s’ incuneava nel dibattito tra militanti ex comunisti, o quello malinconico di Aprile immerso nell’ Italia elettorale del ’94.

Ma il suo principale messaggio è chiaro: Salvini e Di Maio sono fascisti. Salvini un po’ di più. Ed è il medesimo assunto che la sinistra, esausta, acciaccata, tambureggia oramai in tutt’ Europa. Un refrain espresso, solo qualche giorno fa, per esempio, da Yanis Varoufakis.

Ma il “fascismo” è una cosa troppo seria per lasciarla alla sinistra. Voi cosa ne dite?

Fonte: libero

 

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