Lo schiaffo di Salvini alla feccia rossa! Va di persona ad accogliere l’arrivo in aereo, come deve essere, di 51 veri profughi: gli unici che scappavano dalla guerra per davvero

Sono 51. E 19 hanno meno di 18 anni. Sono i primi rifugiati regolari dell’era Salvini. Sono atterrati all’aeroporto militare di Pratica di Mare tutti provenienti dai campi rifugiati dell’Unhcr nel Niger. Ad accoglierli il ministro dell’Interno: «Non è il primo e non sarà ultimo volo di questo genere. La disponibilità del ministero è totale. Questo è l’unico modo per far arrivare in sicurezza donne, bambini, disabili. Su barconi no, perché sono gestiti da trafficanti che con quei soldi comprano armi e droga» ha detto il Guardasigilli. «Cosa fanno altri paesi europei su immigrazione, pesca eccetera? Non mi interessa. Noi facciamo da soli» aggiunge Salvini.

Salvini: «Chiudere a chi vuole portarci la guerra in casa»

«Li avete visti: sono bambini, mamme e un papà disabile. Il mio obiettivo é spalancare porte Italia a chi scappa dalla guerra. Chiudere a chi la guerra vuole portarcela in casa» dice Salvini. «Questo è la prima di una serie di iniziative. Non perché è Natale, ma perché Italia è un Paese accogliente. Poi è chiaro che tra tante brave persone ce ne sono anche altre che brave non sono. Ma non c’è un italiano che non veda che oggi è una bella giornata. Poi è chiaro che nei ghetti, nelle periferie, ci sono anche altri problemi» spiega il ministro dell’Interno.« Col decreto sicurezza non cambia nulla. Il mio obiettivo è che siano sempre di meno gli sbarchi. Nessun bambino è mai stato allontanato. La legge sulla cittadinanza va bene com’è. Perché siamo primo paese al mondo per immigrati accolti». E la struttura di accoglienza in Libia? «Mi farò portavoce col Presidente del Consiglio. Chiederò tempi certi per aprire la struttura che avevo visitato ed era quasi ultimata».

Gli ultimi degli ultimi

Sulla pista anche don Aldo Buonaiuto, della comunità Papà Giovanni XXIII, che fu di don Benzi: «È una giornata che ridà speranza a tante persone, soprattutto vulnerabili, che così non vengono più spunti a gettarsi in mare rischiando la vita. Auspichiamo che tutta l’Europa possa prendere esempio». Il criterio di scelta lo sintetizza Don Aldo: «Sono gli ultimi degli ultimi: ci sono due disabili, 19 minori. Le donne sono state vittime di violenze e anche gli uomini sono stati torturati. Tutti avrebbero bisogno in quei paesi, ma partiamo da questi e speriamo che non ci siano polemiche sterili. Su queste persone così vulnerabili la politica non si può dividere»

«Andranno in piccole case famiglia»

«Andranno in piccole case famiglia. Così da poter trovare una reale integrazione. Occupazione per il capo famiglia e inserimento scolastico per i bambini» spiega Giovanni Paolo Ramonda, il presidente di quasi 500 comunità in 43 Paesi. «Siamo anche in Libano, Siria, Colombia, Venezuela e in molti paesi ora sotto scacco. Ci auguriamo che questo corridoio sicuro, che è stato aperto anche da precedenti governi, diventi strutturale. Il salto di qualità è questo. Con il riconoscimento alla fonte di chi ha reale bisogno».

L’allarme dell’Unhcr

Carlotta Sami dell’Unhcr lancia allarme: «Il programma di evacuazione in un anno ha riguardato 2.400 persone. Nei centri detenzione ci sono circa 4.000 persone, ma sappiano che molte altre migliaia sono nelle mani dei trafficanti. E urgente perché sono tutti detenuti e in questi mesi i centri deteriorati. Non ricevono cibo e noi dell’Unhcr non riusciamo a entrare perché le condizioni di sicurezza sono peggiorate».

 

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