Sergio Mattarella, l’incubo default fa crescere il partito del Quirinale: chi c’è dietro le lettere del Colle

Dietro le ultime lettere sempre più frequenti da parte di Sergio Mattarella, si sta allargando il consenso per quello che alcuni retroscena chiamano il “partito del Presidente”, non proprio in linea con il governo in carica. Le missive dal Quirinale sono di fatto gli unici strumenti nelle mani del Capo dello Stato per esprimere posizioni sui provvedimenti del governo, naturalmente sempre in chiave Costituzionale.

Certo, come riporta il Giornale, i riferimenti alla Carta costituzionale possono apparire banali, vedi quello all’articolo 10 sull’asilo politico, ma vorrebbero avere anche lo scopo di rassicurare quei pezzi della maggioranza un po’ fuori linea, vedi Roberto Fico e compagni. Quando il governo è passato ai temi economici, il livello di allarme si è particolarmente alzato, mobilitando interi settori produttivi e bancari che ormai da tempo mandano segnali al Quirinale sui rischi a cui il sistema economico italiano va incontro.

Mattarella finora ha usato tutte le armi a sua disposizione, dalla moral suasionfino alle lettere dirette al presidente del Consiglio. La legge gli permetterebbe mosse anche più drastiche, ma il suo mantra resta sempre quello di “evitare scossoni sistemici”. La preoccupazione che il Paese acceleri il passo verso il default non è del tutto esclusa. Un timore che tanto a destra con Gianni Letta, tanto a sinistra con Dario Franceschini, due figure ritenute vicine e fidate per il Capo dello Stato.

Il Quirinale porta avanti un impegno costante di unità del Paese, non può permettersi di rompere con nessuno, tantomeno con il mondo industriale del Nord-est, terrorizzato dalle continue oscillazioni dello spread. L’attenzione su questa Manovra quindi è altissima, con la speranza che qualche risultato visibile dall’Europa arrivi. Altrimenti Mattarella si troverebbe nell’imbarazzo di procedere a un passaggio successivo: dove firmare un bilancio in esercizio provvisorio, con una manovra rovinosa per il Paese.

 

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