Gli italiani bocciano Di Maio. Per lui consensi in picchiata

L’irresistibile ascesa della maggioranza gialloverde segna un passaggio a vuoto. La fotografia di questo improvviso rallentamento viene scattata da Alessandra Ghisleri.

Per la regina dei sondaggi i partiti di governo iniziano a perdere consensi soprattutto a causa di una diffusa perplessità sulle scelte di strategia economica che si va diffondendo nel nord Italia.

Il sondaggio è quello presentato nella puntata de «L’Aria che Tira» del 31 ottobre. La rilevazione vede i Cinquestelle attorno al 26%, 6-7 punti sotto i propri massimi. Ma quello che colpisce è il giudizio – molto diverso – dell’elettorato sulle politiche messe in campo da Matteo Salvini e Luigi Di Maio.

I numeri parlano chiaro. Se Salvini su sicurezza e immigrazione incassa il plauso del 49,1% degli italiani a fronte di un giudizio negativo espresso dal 20,1 degli interpellati, il governo su economia e finanza ottiene una bocciatura. L’esecutivo per il 33,5% degli italiani su questi temi «sta andando nella direzione sbagliata» contro il 33% che ne dà un giudizio positivo. Si tratta della prima volta che si sposta su un terreno negativo, seppure di uno 0,5%.

Quando il sondaggio va a interrogare gli italiani e a chiedergli un giudizio su Luigi Di Maio e su quanto sta facendo su «lavoro e sostegno alla popolazione», quindi sulle sue tematiche di elezione, la percentuale è leggermente in positivo (32,8%) contro il 31,8% di contrari.

Per Alessandra Ghisleri è soprattutto l’elettorato del nord a essere preoccupato per le ripercussioni degli azzardi di finanza pubblica e per le scelte da «decrescita felice» che si vanno profilando su Tav e Grandi Opere. Un salto nell’ignoto che solleva perplessità. «Da quando la manovra è iniziata a comparire non più solo come una cornice, ma a riempirsi di contenuti» spiega la sondaggista «M5s ha avuto una diminuzione dei consensi più significativa rispetto alla Lega. Nell’ultima settimana si è accentuata la tendenza con M5s al 26-27%, sei punti e mezzo sotto il dato del 4 marzo. Questo perché stanno soffrendo fortemente sui temi della loro campagna, Tap, Ilva e adesso la Tav che diventa una battaglia fortissima. Questo mette in crisi la Lega soprattutto tra gli elettori del nord dove aveva raggiunto risultati anche superiori al 40% e dove il consenso sta iniziando a contrarsi».

Il segnale deve naturalmente consolidarsi per avere una rilevanza politica. Forza Italia, però, con Sestino Giacomoni scommette su una inversione di tendenza. «I grillini stanno implodendo e Salvini ha finalmente capito che si governerebbe meglio e più velocemente senza di loro. Se non staccherà subito la spina gli elettori di centrodestra staccheranno la spina a loro». Il timore leghista è che per invertire la rotta M5s inizi a virare verso i temi più barricaderi. L’esempio più evidente è l’emendamento al Ddl anticorruzione che prevede il blocco della prescrizione per tutti i reati dopo la sentenza di primo grado, appoggiato anche dal ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede. Un provvedimento sul quale la Lega non nasconde di nutrire «forti dubbi» e che potrebbe aprire un’altra crepa nella maggioranza.

IL GIORNALE.IT

 

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