La prima volta della Raggi alla sbarra: “Marra capo al Turismo? L’ho deciso io”

Roma – È la prima volta di Virginia Raggi da imputata in Tribunale, visto che a gennaio per evitare di danneggiare i Cinque Stelle con un’udienza preliminare in campagna elettorale aveva scelto il rito immediato.

Si vede che è tesa, ma ostenta sicurezza, sorseggiando nervosamente acqua da una bottiglietta, mentre prova a convincere il giudice della nona sezione che non ha commesso alcun falso nella nomina di Renato Marra, il fratello dell’allora suo braccio destro Raffaele, a capo del dipartimento del Turismo del Comune.

Il procuratore aggiunto Paolo Ielo e il sostituto Francesco Dall’Olio, invece, ritengono che abbia mentito alla responsabile anticorruzione del Campidoglio Mariarosa Turchi rispondendo – ad una specifica richiesta di chiarimento – di aver deciso lei sola ogni dettaglio di quella nomina che per Marra senior, fino a quel momento vigile urbano graduato, comportò un incremento di stipendio di 20mila euro. Una vicenda processuale non di poco conto per la sindaca grillina, perché il 10 novembre, quando è prevista la sentenza, se davvero come ha detto deciderà di rispettare il contenuto del codice etico del M5s, in caso di condanna si dovrà dimettere. Ma quella lettera con cui la Raggi rispose all’Anac definendo il ruolo di Marra come di «mera pedissequa esecuzione» delle sue determinazioni e che adesso costituisce il «corpo del reato», chi la scrisse? Su questo punto Ielo ha insistito molto. Ma la Raggi è stata evasiva: «Non lo ricordo, credo sia stata la mia segreteria. E non mi sono preoccupata di svolgere particolari accertamenti sul ruolo di Raffaele, del resto non faccio l’investigatore e credo che fosse noto a tutti che i Marra sono fratelli».

A tratti in difficoltà per le incalzanti domande dell’accusa, la sindaca ha ribadito che la scelta di Renato fu solo sua e che il fratello Raffaele si è limitato ad eseguire una sua direttiva nell’ambito delle procedure di interpello per i nuovi dirigenti. «Non aveva alcun potere discrezionale», ha detto. Durante l’esame le è stato chiesto di una riunione del 26 ottobre 2016, poco prima che scadessero i termini per la presentazione delle candidature, tra l’assessore al Commercio Adriano Meloni e il responsabile del personale Antonio De Santis, in cui Raffaele Marra fece il nome del fratello Renato. La prima cittadina ha spiegato di aver saputo di quell’incontro soltanto a gennaio durante il suo interrogatorio, giustificando l’accaduto con il fatto che «Meloni si prese subito la paternità della scelta di Renato».

Ielo ha chiesto e ottenuto dal Tribunale, nonostante l’opposizione della difesa, che la prossima udienza venga sentita Carla Romana Raineri, il giudice che per circa un mese fu capo di gabinetto della sindaca subito dopo l’elezione. Tra le due non corre buon sangue. Basti pensare che la Raineri consegnò ai pm un memoriale in cui raccontava le manovre del «Raggio magico» per farla fuori.

IL GIORNALE.IT

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