Ilva, Travaglio: ‘Successone ottenuto da Di Maio. Chi gufava chieda scusa’

Marco Travaglio critica nuovamente il Pd nel suo editoriale di oggi.

Il giornalista, premesso che non vuole insegnare “agli oppositori del governo come non si fa l’opposizione, anche perché a non farla riescono benissimo da soli”, si chiede perché prima parlino di governo dell’odio, addirittura invocando la piazza, ma poi quando questo fa qualcosa di buono lo accusi di plagio.

È accaduto con l’emendamento che ripristina l’obbligatorietà dei vaccini prevista dalla legge Lorenzin, così come sul caso Ilva, “cioè sul successone ottenuto da Di Maio e dai sindacati – osserva Travaglio – dopo tre mesi di braccio di ferro con Mittal e con i suoi amichetti pidini spalmati sul colosso indiano secondo il collaudato modello Benetton-Autostrade”.

Il giornalista spiega che l’impasse Ilva alla fine si è sbloccata perché Di Maio ha ricattato Mittal minacciando di revocare la gara che era stata fatta dal suo predecessore Carlo Calenda. Il colosso dell’acciaio ha così ceduto, consentendo a Di Maio di ottenere condizioni migliori di quelle che aveva ottenuto l’ex ministro dem.

Ora chi “gufava” – continua Travaglio – “o si scusa e riconosce che Di Maio ha condotto bene la trattativa, salvando più ambiente e più posti di lavoro di quelli spuntati dal Signor SoTuttoIo; o si scava una fossa e si ficca per non uscirne più”.

Eppure il Pd ha reagito in maniera diversa, prendendosi in qualche modo il merito dell’accordo raggiunto dal vicepremier 5Stelle.

Leggi l’editoriale di Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano

 

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