Toni Capuozzo, lezione sui migranti della Diciotti in fuga: “La sinistra pregava per gli scheletrini? Ora…”

Dei 50 migranti che erano a bordo della nave Diciotti e ora sono svaniti nel nulla, nessuno sembra più interessarsi come prima. Eppure tutti ricordano, scrive il giornalista Toni Capuozzo, il racconto intriso all’inverosimile di pietà che da sinistra era stata fatta dei passeggeri a bordo della nave della Guardia Costiera. “Adesso che quasi la metà di loro è scomparsa nel nulla – scrive il giornalista Mediaset – come ripensare alla descrizione di persone stremate, al racconto di corpi scheletriti, ai drammatici referti di epidemie di scabbia? E che pensare – rincara Capuozzo – di quelle processioni a bordo con tanto di guanti e mascherine, e dei gelati e delle diocesi aperte? Scomparsi nel nulla

I migranti spariti dai centri di accoglienza gestiti dalla Caritas non sono scappati, visto che non erano in stato di detenzione, ma semplicemente scomparsi. Condannati però a un destino già scritto nelle leggi in vigore: “Auguro loro di raggiungere la meta che desiderano, ma le leggi parlano chiaro: non otterranno mai asilo in altri paesi, dopo essere stati identificati in Italia. O clandestini per sempre, o rinviati in Italia”.

I migranti sono in un vicolo cieco, una condizione frutto delle politiche sull’immigrazione portate avanti fino ad oggi da Italia ed Europa: “Un gioco dell’oca – dice ancora Capuozzo – che rimanda al punto di partenza, la dimostrazione che scafisti e umanitari all’ingrosso fanno del traffico di esseri umani un business e un manifesto politico, alimentando illusioni dal Bangladesh alle Comore, dall’Egitto all’Africa subsahariana. I cinquanta che sono irreperibili non sono evasi, dato che non erano detenuti. Sono desaparecidos, che alla macchina del finto umanitarismo non servono più. Dopo la Diciotti, lo zero”.

 

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