Viganò e il cardinale pedofilo: “L’uomo che tutti noi amiamo”

Non solo una cerimonia pubblica con elogi e affetto nei confronti dell’ex porporato McCarrick, monsignor Viganò, l’arcivescovo accusatore anti-Bergoglio, concelebrò anche almeno una messa insieme all’arcivescovo emerito di Washington, dopo che Benedetto XVI aveva inflitto le sanzioni canoniche al cardinale pedofilo cacciato da Papa Francesco dal collegio cardinalizio.

Era il 10 maggio 2013, e l’ex nunzio negli Stati Uniti, descritto come il moralizzatore della Chiesa, aveva partecipato insieme a McCarrick ad una messa solenne e ad una cena di beneficenza organizzata dall’Università Cattolica di Washington. I due, durante la celebrazione e durante le foto di rito erano sempre uno accanto all’altro e Viganò in diversi scatti disponibili sul sito web dell’ateneo appare anche sorridente. Da un anno e mezzo, il monsignore, però, sapeva tutto. Nel novembre 2011 il Prefetto della Congregazione per i Vescovi, il cardinale Marc Ouellet, infatti, prima del trasferimento di Viganò negli USA, aveva informato durante un colloquio l’ex nunzio apostolico del fatto che Benedetto XVI aveva disposto delle sanzioni contro McCarrick tra cui quella di celebrare pubblicamente l’Eucarestia. E invece Viganò, anziché vigilare, in quanto «ambasciatore» del Papa aveva fatto finta di nulla, posando addirittura accanto all’ex porporato, disattendendo l’ordine di Ratzinger. E non si può dire che il monsignore fosse stato preso alla sprovvista. Esattamente un anno prima, il 2 maggio 2012, in un’altra occasione Viganò, che nel suo dossier racconta di aver informato McCarrick delle sanzioni, aveva addirittura pronunciato parole d’affetto nei confronti del cardinale molestatore. Come raccontato dall’agenzia di stampa americana Catholic News Agency, durante una cerimonia a Manhattan in occasione del World Mission Dinner della Pontifical Mission Societies degli Stati Uniti, l’arcivescovo, come si vede in un video dice: «Distinti ospiti, vescovi qui presenti e ospiti onorati questa sera come ambasciatori pontifici delle missioni. Prima di tutti, sua eminenza il cardinale McCarrick, ambasciatore già da diverso tempo, come prete, vescovo, arcivescovo, cardinale e a cui tutti noi vogliamo molto bene».

I difensori d’ufficio di Viganò hanno giustificato il monsignore dicendo che per il ruolo diplomatico che ricopriva, non avrebbe potuto esimersi dal pronunciare quel discorso. Ma viene da chiedersi: se il monsignore fosse stato davvero infastidito dalla presenza del porporato molestatore, come qualcuno in queste ore vuol far credere, perché ha usato quelle parole affettuose? Un anno dopo, peraltro, lo stesso nunzio apostolico, informato già da giorni della presenza dell’arcivescovo emerito di Washington, concelebrava addirittura una messa pubblica, rendendosi complice della più grave violazione di McCarrick inflitta da Benedetto XVI. E tra i presenti a quella celebrazione, Viganò era la persona più titolata per far rispettare l’ordine del Papa. E invece, anche in quel caso, nulla. Le accuse dell’ex nunzio negli USA sono rivolte invece contro Francesco, colpevole ai suoi occhi di non aver fatto rispettare le sanzioni contro l’ex cardinale e di aver insabbiato tutto. Bergoglio è invece stato l’unico che ha avuto il coraggio di cacciare dalla Chiesa il porporato, allontanandolo dal collegio cardinalizio. IL GIORNALE.IT

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