Il siluro di Becchi sul pm anti-Salvini. Ridicolo. Smontata la tesi punto per punto. E spiega perché.

Sequestro di persona, arresto illegale e abuso d’ ufficio: ecco le tre accuse smontate a una a una. Secondo Becchi, nessuna delle tre ha fondamento giuridico. E ne va a spiegare i motivi.

Il sequestro di persona è la contestazione più assurda. Il ministro ha soltanto evitato lo sbarco dei migranti per ragioni di sicurezza nazionale ed ordine pubblico, ragioni che trovano fondamento nel Testo Unico di Pubblica Sicurezza.

Secondo alcune ricostruzioni, a Salvini verrebbe contestato il fatto che il cosiddetto “fermo” si sia protratto per oltre 48 ore.

Il “fermo” è un atto tipico delle forze di pubblica sicurezza, sul quale esercita un controllo ed una decisione a posteriori il magistrato ordinario. Nel caso Diciotti, invece, Salvini non ha posto in essere alcun “fermo” in senso tecnico, il quale tra l’ altro non sarebbe neppure di sua competenza.

Altra falla che questo capo di imputazione presenta è data dal fatto che Catania potrebbe essere considerato non porto di approdo, ma di transito nel qual caso l’ accusa di sequestro di persona cadrebbe completamente per mancanza dell’ elemento oggettivo del reato. Seconda contestazione, del tutto risibile, è l’arresto illegale.

Infine l’abuso d’ufficio, un reato quasi impossibile da dimostrare in quanto i ministri hanno potere discrezionale con l’obbligo di dover operare nell’interesse della Nazione. L’autorità giudiziaria, dunque, non può determinare se la scelta di un ministro sia o meno conforme all’interesse nazionale.

La conclusione? Il caso verrà archiviato, perché è fallito l’ obbiettivo politico che si intendeva perseguire. E invece di indebolire Salvini lo si è ulteriormente rafforzato.

Fonte: Libero

 

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