Diritto di voto agli immigrati: basta davvero poco. Kyenge e Cirinnà combattono per averlo così.

Negli ultimi tempi non si è parlato che dello Ius Soli, la legge che concederebbe la cittadinanza agli immigrati e che ha visto combattere destra contro sinistra fino all’ultimo duello.

Ma, a destare preoccupazione c’è anche il diritto di voto che si vuole concedere agli immigrati, comunitari ed extracomunitari con soli 5 anni di residenza in Italia.

La proposta di legge partita qualche tempo fa da Zanotelli fu approvata da 176 parlamentari.
L’elenco dei nomi lo fornì Il Giornale: Maria Chiara Carrozza, Giuseppe Fioroni e Cecile Kyenge, Francesco Boccia e Cristian Iannuzzi, Vannino Chiti, Monica Cirinnà, Giuseppe Civati, Paolo Corsini, Gianni Cuperlo, Alfredo D’Attorre, Loredana De Petris.

Con le leggi attuali, gli stranieri residenti e comunitari possono votare ed essere eletti, al contrario degli extracomunitari.

I firmatari spiegarono così le loro ragioni: “Vivono stabilmente in Italia oltre cinque milioni di persone non native, che qui risiedono, qui lavorano, qui pagano le tasse, qui mandano a scuola i loro figli che crescono nella lingua e nella cultura del nostro paese;

queste persone rispettano le nostre leggi, contribuiscono intensamente alla nostra economia, contribuiscono in misura determinante a sostenere il nostro sistema pensionistico, contribuiscono in modo decisivo ad impedire il declino demografico del nostro paese; sono insomma milioni di nostri effettivi conterranei che arrecano all’Italia ingenti benefici”.

Dei cinque milioni, c’è da sottolineare, che gli extracomunitari ne rappresentino circa la metà.

La notizia è tornata alla ribalta poichè il popolo del web ritiena ancora pericolose certe presenze e influenze politiche tra le fila parlamentari.

Fonte: Libero

 

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