Capalbio, il buen retiro dei radical chic invaso dai nudisti

In principio, il pomo della discordia, furono i migranti. Una cinquantina di giovani africani diretti in una struttura lussuosa di Capalbio fece montare sulle barricate la sinistra radical chic che ogni estate si dà appuntamento proprio lì, nella località di mare al confine tra Toscana e Lazio. Della serie: «Accoglienza sì, ma non nel nostro giardino». Dal centro alla spiaggia, due estati dopo, la polemica (a sfondo hot) è servita sulla battigia. Già, perché nei sette chilometri di litorale tra “Macchiatonda” e “Ultima Spiaggia” dove da vent’ anni stazionano gruppi di nudisti, la situazione nell’ ultimo periodo sembra sia sfuggita di mano.

O meglio, di costume. I naturisti, donne e uomini che prendono il sole nudi, mangiano nudi, fanno il bagno nudi, passeggiano sul bagnasciuga nudi, si sono moltiplicati a queste latitudini e sono finiti nel mirino dell’ ex vulcanico sindaco di Capalbio, Gastone Franci. Che dopo un giro in spiaggia insieme ai suoi nipotini, davanti a quel diluvio di seni, fondoschiena, peni e vagine all’ aria, ha preso il telefono e ha chiamato sia la Capitaneria di Porto di Santo Stefano che quella di Livorno. «Serve un giro di vite, una repressione, una regolamentazione», questo il tenore della chiamata.

Lo sconfinamento – Anche perché, oltre all’ ex primo cittadino, qualcun altro avrebbe storto il naso alla vista di bagnanti in versione adamitica, coprendo con le mani gli occhi ai bambini e voltandosi dall’ altra parte. Ma devono essere contenti i radical, perché sarebbe potuta andare peggio, visto quanto successo sulla spiaggia di Raganzino a Pozzallo, in Sicilia. Qui, due settimane fa, tre migranti si sono tuffati in acqua completamente nudi davanti a famiglie con pargoli al seguito. Chissà che effetti avrebbe prodotto la combo profughi-nudisti a Capalbio.

Ma i malumori, tra gli intellettuali che popolano il lido chic, ci sono comunque. Il fatto che i naturisti si siano spinti fino al rimessaggio delle barche all’ inizio di “Macchiatonda” è visto come fumo negli occhi. Chi sta sdraiato sui lettini degli stabilimenti balneari attrezzati da cima a fondo non vuole avere nulla da spartire con chi arriva dalla spiaggia libera, soprattutto se si presenta come mamma l’ ha fatto. Ed è proprio così che girano uomini e donne di ogni età, in un tratto di costa poco frequentato perché poco accessibile e quindi molto protetto.

Basti pensare che in sette chilometri di costa sono solo tre gli accessi al mare: le condizioni ideali perché dagli anni Novanta a oggi questa sia una delle mete più ambite dai nudisti. Tanto che l’ attuale sindaco di Capalbio, Luigi Bellumori,quello che contro i profughi due anni fa oppose le “ville” come termine di incompatibilità, seppur abbia raccolto le lamentele e si sia dimostrato d’ accordo a maggiori controlli, è stato chiaro: «Gli amanti del nudo integrale, se lo fanno con buon senso e riservatezza, possono convivere tranquillamente, in un tratto mappato, con chi passeggia lungomare», ha riferito al Tirreno. Mentre Giampietro Tentori, presidente di Anita (Associazione naturista italiana), in merito alla polemica dell’ ex sindaco Franci è tranchant. «Bisognerebbe farsi una domanda: perché i nudisti sono troppi? Ecco la risposta: perché c’ è tanta domanda per questo genere di turismo. Per rimanere in Toscana, lungo la costa degli Etruschi (San Vincenzo, Piombino, l’ Elba) stanno nascendo spiagge naturiste: i sindaci le autorizzano perché il turismo nudista spinge», spiega a Libero.

Le regole – Lungo i 6mila chilometri di coste italiane sono undici le spiagge autorizzate. Per un totale di circa 500mila nudisti. Un esercito di persone che sfida anche il codice penale pur togliersi i vestiti e sentirsi a proprio agio: l’ articolo 726, infatti, prevede sanzioni da 5mila a 10mila euro per «chiunque, in luogo pubblico o aperto o esposto al pubblico, compie atti contrari alla pubblica decenza». Tanto che Anita ha istituito un fondo di solidarietà per i soci che vengono pizzicati senza veli. Le sanzioni fioccano, ma spesso i ricorsi in Cassazione stravolgono tutto. «In Italia c’ è troppa ottusità: in Europa ci sono 20 milioni di naturisti che preferiscono andare in Francia, Spagna, Croazia. Persino in Olanda, dove il solo non c’ è mai, esistono campeggi per naturisti. Mentre in Italia si continua a perdere questo genere di turismo».

 

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