Sete di potere. A cosa si è ridotta la politica pur di non perdere la poltrona. Smascherata.

Ci risiamo, siamo alle solite. Non è andato il vecchio, ci riprova con il nuovo, Emma Bonino. A fare cosa, vi chiederete. A fondare un nuovo partito.

Proprio ieri ha avviato i lavori per trasformare il suo cartello elettorale “+Europa” in un «soggetto politico», come si dice quando non si vuole ammettere che si sta dando vita a un ennesimo e nient’affatto irrinunciabile partito.

Frutto mai davvero maturato di tre sigle diverse – Forza Europa, Radicali italiani e il Centro Democratico dell’arcidemocristiano Bruno Tabacci -.

Alle elezioni del 4 marzo scorso, Emma si è consolata con uno dei tre scranni disponibili nella quota maggioritaria. E si è così ben ripiantata in Parlamento, regina senza regno, risultando per qualche ora perfino in odore di promozione alla presidenza del Senato.

Senza dimenticare la tendenza verso George Soros, lo speculatore finanziario nato ungherese ma con passaporto statunitense, potentissimo nemico numero uno di ogni sovranista.

Più che una donna di relazione, Bonino si è rivelata una formidabile polisportiva della politica applicata al potere. Quel potere che mai ha perso di vista, guardandosi bene dal riconoscere ai popoli sovrani il diritto di esercitarlo. Nel suo caso è sempre attuale l’adagio che i banchieri riferivano alle azioni di Mediobanca: Emma non si conta, si pesa. Come un buco nero della Repubblica.

Quanti partiti ancora fonderà prima di capire che la vecchia politica è ormai al capolinea? Staremo a guardare.

Fonte: Libero

 

 

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