Buonisimo e tolleranza, disastro in Danimarca: stupri +196% in un anno. L’83% di violenze ad opera di stranieri
Buonisimo, tolleranza, multiculturalismo e immigrazione islamica: disastro sociale anche nella “civilissima” Danimarca. Secondo lo studio condotto dal giornale B.T, su 12 stupri esaminati, ben 10, dunque oltre l’80%, hanno visto protagonisti immigrati islamici di prima e seconda generazione. In un solo anno, dal 2016 al 2017, i casi di stupro sono aumentati del 196%.
Roma, 7 lug – Il quotidiano danese B.T. ha recentemente condotto uno studio sulle sentenze di condanna per violenza sessuale pronunciate in Danimarca tra il gennaio 2016 ed il maggio 2017, concentrandosi su un particolare tipo di crimine: gli stupri violenti in cui la vittima non conosceva precedentemente l’aggressore, e cioè in assoluto il caso più raro nei Paesi occidentali. I casi presi in esame sono appena dodici, un numero fortunatamente esiguo proprio in conseguenza della rarità di questo evento, del ridotto numero di abitanti del Paese scandinavo e dell’esclusione dall’analisi di tutte le condanne non ancora definitive. Eppure le conclusioni che se ne possono trarre andrebbero tenute in considerazione a ragion veduta, in particolare quando si parla di immigrazione: sui dodici stupri, ben dieci sono stati infatti perpetrati da immigrati di prima o seconda generazione.
L’indagine di B.T. svela che diversi tra gli autori delle violenze sono arrivati in Danimarca negli ultimi anni mentre due tra i condannati si trovavano lì senza alcuno status riconosciuto, ed erano quindi clandestini sul suolo danese al momento del crimine. Sono tutti uomini, l’età media è di 23 anni, e in tre casi i responsabili hanno cercato di abusare di altre vittime prima di essere arrestati – compreso un 15enne che ha tentato lo stupro su sei ragazze.
Il ministro dell’Integrazione e dell’Immigrazione, la quarantacinquenne Inger Støjberg ha immediatamente commentato: «È un dato orribile. Ed è un dato che ci dice che c’è qualcosa che non va in alcune tra le comunità di immigrati in Danimarca. Da diversi anni abbiamo sottomano statistiche ci dicono che i tassi di criminalità sono molto più alti nei quartieri di immigrati di quanto non lo siano tra i danesi. E questi dati sugli stupri sono un chiaro segno che alcune persone non si sono integrate».
La Støjberg si dice però non sorpresa e aggiunge: «Queste persone non si sentono parte di questa società, ed hanno una visione completamente distorta della donna, lo dicono questi numeri». Per quanto ancora rarissime, le violenze sessuali sono aumentate in Danimarca del 196% in un solo anno, dal 2016 al 2017 , di pari passo con l’incremento della crisi migratoria.
Per cercare di interpretare nella maniera più utile e corretta i risultati ottenuti dall’indagine sono stati chiamati anche vari esperti, come il professore di diritto procedurale presso dell’università di Stoccolma Christian Diesen, che ha già condotto approfondite ricerche sulle motivazioni della sovrarappresentazione degli stranieri nei casi di stupro in Svezia: «La ragione è la scarsa integrazione. Non si sentono parte della società, si sentono altro da essa fin da subito e provano nei confronti della stessa e dei suoi membri immediato disprezzo: in Svezia, ad esempio, tra gli immigrati accusati di stupro vediamo una automatica tendenza ad incolpare la vittima, ritenuta responsabile della violenza a causa dei propri abiti indecenti o delle proprie abitudini personali, come uscire da sola o parlare con gli sconosciuti».
D’altra parte, nei Paesi di origine di molti tra gli accusati questa è mentalità se non comune quantomeno accettata, e difatti lo stupro “tra sconosciuti” ha un’incidenza notevolmente maggiore. Che questo sia dunque da considerarsi parte del processo di “integrazione” delle usanze?