Striscia la Notizia, aggressione choc all’inviata: momenti di terrore durante il servizio

Un’inchiesta di Striscia la Notizia a Maserada sul Piave si è trasformata in un incubo di violenza inaudita, con la giornalista Rajae Bezzaz e la sua troupe vittime di una brutale aggressione. L’episodio, che ha suscitato sdegno e preoccupazione, è avvenuto mentre la squadra del programma di Canale 5 stava documentando la situazione di un’abitazione occupata abusivamente da una famiglia sinti, nonostante un ordine di sfratto pendente da oltre due anni.

Inizialmente, l’incontro con gli occupanti sembrava procedere in modo controllato. Tuttavia, la situazione è rapidamente degenerata in un’esplosione di violenza. Rajae Bezzaz è stata selvaggiamente aggredita, colpita con pugni al volto, calci e trascinata per i capelli. Anche l’operatore al seguito della giornalista ha subito ferite, venendo preso a calci mentre tentava di fuggire.

L’aggressione, avvenuta sotto gli occhi attoniti di alcuni presenti, è stata accompagnata da insulti e minacce a sfondo razzista. “Vai fuori che ti ammazziamo di botte, italiana di m**a che non sei altro”, si sente gridare in uno dei video diffusi da Striscia la Notizia, testimoniando la gravità dell’odio scatenato.

La furia degli aggressori si è riversata anche sulle attrezzature della troupe. Telecamere e microfoni sono stati distrutti, mentre le schede contenenti le registrazioni del servizio sono state sottratte. In un gesto di estrema intimidazione, gli aggressori, accortisi di una bodycam ancora in funzione, si sono presentati con un’ascia, pretendendo la sua consegna sotto minaccia.

Le forze dell’ordine sono intervenute solo in un secondo momento, allertate da una collaboratrice di Rajae che è riuscita a sfuggire all’aggressione. Rajae Bezzaz e il suo cameraman sono stati trasportati al pronto soccorso per le cure del caso. Anche un anziano parente della proprietaria dell’abitazione, intervenuto per cercare di placare gli animi, è stato vittima della violenza.

L’episodio ha sollevato un’ondata di condanna e indignazione. Numerose sono le richieste di chiarimenti sull’assenza di interventi rapidi a tutela di chi svolge un lavoro d’inchiesta sul campo, esponendosi a rischi concreti.

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