Papa leone XIV, il duro attacco da oltreoceano: “la peggior scelta…”

Papa leone XIV, il duro attacco da oltreoceano: “la peggior scelta…”

Sebbene il pontificato di Leone XIV sia appena iniziato, le polemiche politiche che lo accompagnano sin dalle prime ore indicano quanto sia delicata la posizione del nuovo Papa.

Papa Leone XIV: critiche da Bannon

L’elezione del cardinale Robert Francis Prevost a nuovo Pontefice, con il nome di Papa Leone XIV, ha suscitato immediatamente reazioni contrastanti, specialmente negli ambienti politici americani legati al movimento MAGA (Make America Great Again).

Tra i primi a esprimersi duramente è stato Steve Bannon, ex stratega di Donald Trump e figura centrale della destra populista statunitense. Le sue parole non lasciano spazio a interpretazioni: “Leone XIV è la peggior scelta possibile per i cattolici MAGA. È apertamente anti-Trump”.

Il giudizio netto di Steve Bannon su Papa Leone XIV

Secondo Bannon, il nuovo Papa rappresenta una direzione completamente opposta rispetto ai valori conservatori su cui si fonda il movimento MAGA. La sua nomina è vista come un ulteriore segnale di allontanamento del Vaticano dalle posizioni più tradizionali e filo-conservatrici. Bannon ha affermato che Leone XIV proseguirà la linea progressista già intrapresa da Papa Francesco, che Bannon e molti sostenitori MAGA ritengono eccessivamente aperta, soprattutto in tema di immigrazione, ambiente e globalismo.

Il commento di Bannon è stato ripreso da diversi media americani, in particolare quelli vicini alla destra conservatrice, che hanno enfatizzato il tono accusatorio e le implicazioni politiche della dichiarazione.

Laura Loomer rincara la dose: “Un marxista al Soglio Pontificio”

A rincarare la dose è stata anche Laura Loomer, influencer di estrema destra, nota per le sue teorie cospirazioniste e per essere una delle voci più ascoltate da Donald Trump. Sui propri canali social, Loomer ha definito Papa Leone XIV “un marxista convinto”, sostenendo che la sua elezione rappresenti un tradimento nei confronti dei cattolici conservatori.

Secondo Loomer, il nuovo Papa è a favore di politiche globaliste, delle frontiere aperte, e non condivide i principi che animano il movimento MAGA. “È un altro burattino marxista in Vaticano”, ha scritto la commentatrice, accomunando Leone XIV a Papa Francesco, da lei a più riprese criticato per posizioni ritenute troppo progressiste.

Le reazioni dal mondo MAGA: delusione e sospetto

Molti esponenti dell’area MAGA hanno espresso delusione per la scelta del nuovo Papa. La preoccupazione principale sembra essere che Leone XIV possa ulteriormente allontanare la Chiesa cattolica dalle esigenze dei fedeli americani conservatori, che già durante il pontificato di Papa Francesco si erano sentiti alienati da un linguaggio considerato troppo orientato al sociale e all’inclusione.

Per questa fetta dell’elettorato cattolico conservatore, il Vaticano dovrebbe rappresentare un punto fermo in difesa dei valori tradizionali: famiglia, sicurezza, identità culturale e religiosa. L’elezione di un Papa che si suppone sia vicino a posizioni progressiste viene percepita come un segnale allarmante, soprattutto in vista delle elezioni presidenziali americane.

Le congratulazioni di Donald Trump, tra diplomazia e ambiguità

Nonostante le critiche provenienti dal suo entourage, l’ex presidente Donald Trump ha adottato un tono più moderato. Tramite il suo social Truth, Trump ha inviato un messaggio di congratulazioni a Leone XIV: “Congratulazioni al cardinale Robert Francis Prevost, che è stato appena nominato Papa. È un tale onore rendersi conto che è il primo Papa americano. Che emozione e che grande onore per il nostro Paese. Non vedo l’ora di incontrare Papa Leone XIV. Sarà un momento molto significativo!”.

Le parole dell’ex presidente sono state interpretate in vari modi: da un lato, alcuni vedono in esse un tentativo di mantenere un rapporto diplomatico con il Vaticano; dall’altro, c’è chi ipotizza che si tratti di una strategia per non alienarsi del tutto il voto cattolico, ancora importante per le sue ambizioni politiche.

Leone XIV: il primo Papa americano della storia

La figura di Papa Leone XIV, al secolo Robert Francis Prevost, ha già assunto una rilevanza storica per il solo fatto di essere il primo cittadino statunitense a salire al Soglio Pontificio. Nato in Illinois, Prevost ha una lunga esperienza pastorale e accademica. Vescovo in Perù per anni, è stato successivamente nominato prefetto del Dicastero per i Vescovi, un incarico che gli ha conferito una notevole influenza nella Curia romana.

Il suo percorso ecclesiastico lo ha reso una figura di riferimento per chi vede nella Chiesa una missione globale e inclusiva, attenta ai temi sociali, all’ambiente e ai diritti umani. Tuttavia, proprio queste caratteristiche lo rendono inviso a molti cattolici conservatori, soprattutto negli Stati Uniti.

Vaticano e politica americana: un rapporto sempre più complicato

Negli ultimi anni, il rapporto tra la Chiesa cattolica e la politica statunitense si è fatto sempre più teso. Papa Francesco è stato spesso criticato da ambienti repubblicani per le sue posizioni in tema di migrazioni, cambiamento climatico, economia e giustizia sociale. Ora, con l’elezione di un Papa americano che sembra voler continuare su questa linea, le tensioni potrebbero ulteriormente acuirsi.

Molti osservatori vedono in Leone XIV un ponte tra le istanze della Chiesa del Sud del mondo e quelle della Chiesa occidentale, con una visione più globale e meno eurocentrica. Tuttavia, questo approccio universale non sempre viene accolto positivamente negli Stati Uniti, dove una parte significativa della popolazione cattolica si sente culturalmente e politicamente distante da Roma.

Il futuro della Chiesa sotto Leone XIV

Sebbene il pontificato di Leone XIV sia appena iniziato, le polemiche politiche che lo accompagnano sin dalle prime ore indicano quanto sia delicata la posizione del nuovo Papa. Da un lato dovrà rassicurare i fedeli più conservatori, mantenendo l’unità della Chiesa; dall’altro, dovrà affrontare sfide globali complesse, come le guerre, la crisi climatica, l’ingiustizia sociale e la secolarizzazione crescente.

Riuscirà Leone XIV a trovare un equilibrio tra tradizione e modernità, tra le esigenze dei vari continenti e sensibilità culturali, senza cadere in scontri ideologici? È presto per dirlo, ma una cosa è certa: la sua elezione ha già ridisegnato i rapporti tra Vaticano e Stati Uniti, aprendo una nuova fase che sarà osservata con grande attenzione dal mondo intero.

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