OBBLIGO VACCINALE: LA DECISIONE UFFICIALE DEL GOVERNO MELONI

Le diverse ondate pandemiche che si sono succedute, hanno diviso gli italiani in favorevoli e contrari ( i cosiddetti no vax) alle vaccinazioni contro il Covid. Una questione costellata di polemiche, decisamente rovente.

Mentre gli esperti, tra cui noti virologi e infettivologi, facevano il punto della situazione pandemica, sollecitando a vaccinarsi e a non aver paura delle conseguenze, per altri andava ben diversamente la cosa.

C’era, difatti, chi, con fermezza, ribadiva a gran voce la sua volontà di non vaccinarsi, nonostante, senza l’esibizione del green pass o famosa certificazione verde che dir si voglia, erano praticamente tagliati fuori da quasi tutto.

La polemiche pro vax- no vax e le conseguenze cui essa ha portato, hanno riempito le pagine di quotidiani e siti d’informazione ma ora che il forte è passato, a che punto siamo?

Con il nuovo governo si assiste ad un ribaltamento del quadro diffusosi sinora. Vediamo, dunque, come si è espresso sull’obbligo vaccinale.

La premier Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, ne aveva ampiamente discusso in sede di campagna elettorale. In molti ricorderanno le sue parole: la gestione pandemica di un governo di centro destra non sarà caratterizzata da obblighi e costrizioni, al massimo “raccomandazioni” a vaccinarsi per le fasce d’età a rischio.

Ora che dalle parole si sta passando ai fatti, il ministro della Salute Orazio Schillaci ritiene che quanto detto dalla Meloni in campagna elettorale; quella che l’ha portata a trionfare alle elezioni politiche del 25 settembre,  vada applicato. In che modo? Si alla prudenza della politica sanitaria ma senza obbligo vaccinale.

Una promessa che il ministro della Salute, Orazio Schillaci, intende mantenere attuando una politica sanitaria prudente senza fare ricorso all’obbligo vaccinale, “responsabilizzando i cittadini, non obbligandoli”. Schillaci ha rilasciato una una lunga intervista su Libero, dichiarandosi un tecnico al servizio della politica, seppur con le dovute precisazioni: quelle che il suo pensiero politico si rispecchia nell’orientamento dell’attuale governo.

Come la Meloni ha più volte detto, anche sul fronte sanitario l’imprinting è lo stesso. Il centro-destra al governo vuole lanciare un forte segnale di discontinuità rispetto a quanto posto in essere dall’ex ministro Speranza, basando il rapporto Stato-cittadino su una comunicazione trasparente ma soprattutto sul rispetto delle libertà personali. Il ministro alla salute ha precisato: “Serve dare un messaggio di discontinuità. La salute pubblica va depoliticizzata, non è di destra o di sinistra”.

Non poteva mancare una frecciatina, seppur velata, proprio al suo precursore Speranza: “Negli ultimi 3 anni si è parlato solo di Covid. Oggi però l’epidemia è cambiata e si dovrebbe iniziare a parlare di Covid 23, per far capire che la malattia è diversa da quella originaria”. Riguardo all‘obbligo vaccinale, Schillaci, senza giri di parole, ha dichiarato: “Non rimetteremo l’obbligo vaccinale e saremo sempre più attenti a mediare il diritto alla salute con il rispetto delle libertà personali”.

Riguardo al reintegro, sul posto di lavoro, del personale sanitario non vaccinato, Schillaci ne va fiero, facendo notare che. “In tutto il resto del mondo erano già rientrati. Abbiamo anticipato di poche settimane sia per un problema d’organico sia per una scelta filosofica: sul Covid e i vaccini bisogna andare verso una riconciliazione nazionale. Questo reintegro non è stato assolutamente visto di buon occhio dall’opposizione, che ha additato l’esecutivo di “strizzare l’occhio ai no vax”. Un ministro della Salute che va avanti con botta e risposta, anche nei confronti di chi non si fida dei medici no vax. A loro risponde, ritenendo che si tratti di un’“Affermazione alquanto superficiale e squisitamente politica”.

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