Elezioni 25 settembre, cosa succederà al Reddito di Cittadinanza con il nuovo governo?

Quello delle elezioni del 25 settembre sarà anche uno spartiacque cruciale per una delle misure più controverse degli ultimi anni: cosa succederà al Reddito di Cittadinanza con il nuovo governo? I partiti hanno idee molto differenti sulla misura ma il quadro delle possibili soluzioni è abbastanza definito: se vincesse la destra il sussidio rischia di saltare o di essere modificato (non dimentichiamoci che si andrà a votare con una legge elettorale che presuppone alleanze).

Il dato certo però c’è: non è assolutamente vero che il RdC potrà saltare dall’oggi al domani, non funziona così.

Cosa succederà al Reddito di Cittadinanza

Dal canto loro Fratelli d’Italia, Lega e Italia Viva sono netti: per loro il reddito di Cittadinanza va abolito e subito. A favore della misura sono i “padri” del M5S e con essi Pd e Leu. E Silvio Berlusconi? Forza Italia spinge da tempo oer una sua modifica strutturale.

Nel 2021 il RdC era stato rifinanziato con un altro miliardo in legge di bilancio ed entro la fine del 2022 bisognerà o rifinanziarlo o toglierlo dai libri contabili dello Stato.

Ne hanno usufruito 2,2 milioni di famiglie

I numeri sono importanti: per i 36 mesi in cui è stato in vigore, cioè fra aprile 2019 ed aprile 2022, a percepire il RdC sono stati 2,2 milioni di famiglie per 4,8 milioni di persone.

Istat spiega che senza il Rdc, il Rem e gli altri sussidi Covid “avremmo avuto un milione di poveri in più”. Ma quanto è costato finora? 23 miliardi con un importo di 577 euro al mese in media a famiglia. A questo punto appare evidente che in campagna elettorale il RdC sarà tema mainstream: spauracchio da cancellare per il centro destra e misura di civiltà da difendere per il M5s.

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