ALESSIA PIFFERI, MORTE FIGLIA DI 16 MESI: “ECCO PERCHÉ L’HO FATTO..” 

Non facciamo in tempo a riprenderci da una notizia orribile, che ne arriva un’altra. Prima la piccola Elena Del Pozzo, la cui storia ci ha lasciati sgomenti. Una morte terribile, 11 fendenti inflitti dalla madre reo-confessa Martina Patti, sono bastati per porre fine alla sua giovane esistenza.

Poi la piccola morta di stenti, probabilmente anche malata, ma mai fatta curare dai suoi genitori. Una condizione di degrado, miseria, abbandono; una storia diversa ma comunque terribile. L’ennesima vittima, una minore.

Cosa sta succedendo in Italia? Come si possono giustificare simili figlicidi? Sembra un incubo, un film dell’orrore. Troppi, troppi piccoli, strappati alla vita con i loro sogni, i loro desideri.

Non li vedremo crescere, giocare con i loro compagni dopo la scuola, non sentiremo i loro racconti dei primi innamoramenti perché chi doveva amarli al di sopra di ogni cosa, li ha uccisi.

Se pensavamo che la mattanza fosse finita, ci sbagliavamo perché, proprio in queste ore, è arrivata l’ennesima notizia di cronaca nera che ha letteralmente sconvolto l’Italia.

Su un’altra madre pende la pesante accusa di omicidio volontario con l’aggravante della premeditazione e di futili motivi. Lei si chiama Alessia Pifferi, ha 37 anni ed è finita in manette dopo aver lasciato la sua piccola, di soli 16 mesi, da sola per 6 giorni.

Avete capito benissimo. Diana, 16 mesi, è rimasta da sola nell’abitazione dove è stata ritrovata cadavere. Le forze dell’ordine hanno sottoposto la donna ad un serrato interrogatorio per cercare di capire il movente di una simile tragedia, tra le più efferate di questi mesi.

E la motivazione della Pifferi è stata agghiacciante. Non si sarebbe resa conto di aspettare Diana fino al giorno in cui l’ha messa al mondo e non ha mai detto al padre di aspettare una figlia da lui. La Pifferi l’ha lasciata sola per 6 giorni per andarsene a Bergamo dal compagno, cosa che aveva fatto già altre volte ed era perfettamente consapevole del fatto che la neonata non ce l’avrebbe fatta.

Mentre ha raccontato tutto questo orrore, la donna non ha mostrato alcun segno di pentimento, di dolore, nessuna lacrima. Un racconto tutto d’un fiato, privo di sensi di colpa per aver ucciso Diana, mettendole accanto un biberon e una boccetta di ansiolitici. E’ così che l’ha ritrovata al suo rientro, morta, nel lettino da campeggio. Resasi conto del decesso (cosa che lei stessa aveva preventivato) ha chiamato la vicina che ha allertato il 118.

Quando i carabinieri sono giunti nell’abitazione, si sono trovati di fronte una scena agghiacciante. Una donna disoccupata, il frigo completamente vuoto, che ha raccontato loro di una gravidanza mai saputa, sino alla nascita della bambina, della quale il padre non ha mai saputo nulla. Al nuovo compagno, quello con cui ha trascorso 6 giorni, ha raccontato di aver lasciato la piccola al mare con sua sorella, per non destare perplessità e per non far trasparire la sconvolgente realtà. Quella che si sono trovati di fronte i soccorritori del 118 e i carabinieri dopo l’allarme lanciato dalla vicina di casa. Per oggi è prevista la convalida del fermo davanti al Gup.

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