Ecco chi in Italia potrebbe essere richiamato alle armi in caso di guerra

Con i venti di guerra che spirano sull’Europa da est ccco chi in Italia potrebbe essere richiamato alle armi in caso di guerra. Partendo dall’assunto per cui costituzionalmente il nostro paese “ripudia la guerra” ci sono comunque precise disposizioni che prevedono solo lo scenario della minaccia al suolo patrio.

In Italia il servizio di leva è stato abolito a favore di quello specialistico-volontario, tuttavia ci sono circostanze normate in cui lo stesso potrebbe anche essere ripristinato. Come?

Chi potrebbe essere richiamato alle armi
Con apposito ed eventuale decreto del Presidente della Repubblica, previa deliberazione del Consiglio dei Ministri. E quando? Questo “qualora il personale volontario in servizio è insufficiente e non è possibile colmare le vacanze di organico in funzione delle predisposizioni di mobilitazione”.

E a chi toccherebbe? La norma cita “il richiamo in servizio di personale militare volontario cessato dal servizio da non più di cinque anni”. Al terzo comma poi si spiega che non sarà possibile richiamare o chiamare per colmare le vacanze di organico gli appartenenti alle Forze di Polizia a ordinamento civile (Polizia di Stato, Polizia penitenziaria e Polizia locale) e al Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco.

Forze Armate e nessuna possibilità di rifiuto
Toccherebbe invece agli appartenenti in congedo illimitato provvisorio delle Forze Armate, cioè Esercito, Marina ed Aeronautica e alle Forze di Polizia a ordinamento militare, vale a dire Arma dei Carabinieri e Guardia di Finanza. A quelli ed a coloro che hanno cessato il servizio presso uno dei suddetti corpi ma da meno di cinque anni. E attenzione: con l’Italia in guerra non ci si potrà opporre ad una eventuale chiamata, neanche con obiezione di coscienza, se non per malattia o gravidanza.

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