Nunzia Alessandra Schilirò, vicequestore sul palco dei No Green Pass: “È illegittimo”. Lamorgese condanna

Nunzia Alessandra Schilirò, vicequestore di Roma, è al centro della bufera da diverse ore ormai per le sue parole durante la manifestazione contro il Green Pass. Schilirò si è espressa duramente contro la certificazione verde defininendolo illegittimo e anticostituzionale; parole che sono state ritenute gravissime dal ministro dell’interno Lamorgese che sta seguendo in prima persona la questione.

Schilirò ora sarebbe a rischio provvedimento disciplinare, ma lei non sembra voler tornare sui suoi passi, come spiegato in prima persona sul suo profilo Facebook.

Le dichiarazioni di Nunzia Alessandra Schilirò sul Green Pass

Nunzia Alessandra Schilirò, vicequestore di Roma con alle spalle una carriera in polizia e che vanta nel suo curriculim esperienze nel Criminalpol e nella Squadra Mobile, ha preso parte alla manifestazione No Green Pass a Roma e ha espresso alcune considerazioni in merito alla Certificazione Verde.

Nel suo breve intervento, Schilirò ha detto di aver parlato a nome di quella Costituzione che ha giurato di difendere: “Come si fa a limitare il diritto al lavoro, il diritto alla libertà, il diritto alla circolazione, il diritto alla vita sociale di un cittadino.

Come si fa? Non è possibile perché bisognerebbe cambiare la Costituzione“.

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La reazione del ministro Lamorgese

Il discorso fatto da Schilirò ha scatenato diverse polemiche, ed è stato ampiamente condannato dalla classe politica. Il ministro dell’Interno Lamorgese ha definito “Gravissime” le parole pronunciate dal vicequestore “Anche se fatte da libera cittadina“. Lamorgese ha fatto sapere di star seguendo personalmente la vicenda insieme al capo della Polizia Lamberto Giannini, “Affinché vengano accertate, con assoluta celerità, le responsabilità sotto ogni profilo giuridicamente rilevante a carico dell’interessata”.

Schilirò non torna indietro sulle sue dichiarazioni

“(…) Ieri ero solo una libera cittadina che esercita i propri diritti. Se l’amministrazione non gradisce la mia fedeltà alla Costituzione e al popolo italiano, mi dispiace, andrò avanti lo stesso” ha scritto Nunzia Alessandra Schilirò sul suo profilo Facebook, aggiungendo: “Ho scelto il mio mestiere, perché credevo che non ci fosse niente di più nobile del garantire la sicurezza di ogni cittadino, in modo che chiunque fosse libero di esprimere il proprio vero sé.

Se questo mi viene negato, il mio mestiere non ha più senso. Andrò avanti sempre, con o senza divisa, per amore del mio Paese“.

Il vicequestore ha anche commentato la questione in merito alle sanzioni disciplinari verso le quali starebbe andando incontro: “È bello apprendere dai giornali, anziché dalla propria amministrazione, di essere già sotto procedimento disciplinare. Sono molto serena. Ieri mi è capitata l’occasione di esercitare i miei diritti previsti dalla Costituzione e l’ho fatto. Il mestiere che svolgo è pubblico.

Ho ricevuto quattro premi dalla società civile per i miei risultati professionali. Sono stata in moltissime trasmissioni televisive rappresentando l’amministrazione. Google dedica alla professione che svolgo molte pagine (…)“.

Cosa rischia Schilirò ora

Un’azione disciplinare verso Nunzia Alessandra Schilirò sarebbe già stata avviata, al momento però non è stato reso nota di cosa si tratti. Tra le ipotesi ci sarebbero il semplice richiamo vocale, la deplorazione, ovvero una dichiarazione scritta di formale riprovazione regolata dall’articolo 5 del D.P.R. 737, che comporta il ritardo di un anno nell’aumento del periodico dello stipendio o nell’attribuzione della classe di stipendio superiore, una pena pecunaria e persino la destituzione.

Al momento, però, queste sono solo ipotesi.

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