Reddito di cittadinanza, è guerra. Meloni: “Metadone di Stato”, Orlando replica: “Non sa cos’è la povertà”

È scontro aperto sul reddito di cittadinanza nell’arena politica italiana. Il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, replica a distanza alle parole spese dalla leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, che ha definito l’intervento introdotto dall’esecutivo giallo-verde “metadone di Stato“. Nel mezzo, il dietrofront di Matteo Salvini sul provvedimento: “Si è rivelato sbagliato. Lo abbiamo votato, ma riconoscere un errore è segno di saggezza“. A stretto giro, le dichiarazioni di Enrico Letta e Giuseppe Conte, interpreti di una stessa visione sull’argomento in casa Pd e M5S. La misura arriva così a una fase cruciale per la sua stessa sopravvivenza.

Scontro sul reddito di cittadinanza, per Meloni è “metadone di Stato“, ma Orlando non ci sta

Nel vortice degli interrogativi di molti sul possibile tramonto del reddito di cittadinanza, l’attuale architettura della misura e la sua sorte si fanno materia sempre più scottante sui tavoli della politica. In queste ore, a tenere banco sono le dichiarazioni del ministro del Lavoro, Andrea Orlando, a seguito di quelle spese da Giorgia Meloni sulla questione.

Chi usa queste metafore probabilmente non si rende conto di che cosa è la povertà“, ha dichiarato Orlando, riferisce Ansa, dopo quanto affermato dalla leader di FdI al forum Ambrosetti di Cernobbio.

Meloni ha definito “metadone di Stato” l’intervento bandiera del MoVimento 5 Stelle nell’era del primo Governo Conte, aprendo a un’altra pagina nello scontro che si ripresenta in tutto il suo carico di tensioni e incognite. “Credo che ci siano delle modifiche da fare – ha risposto il ministro –, ma credo che sarebbe un passo indietro per il nostro Paese se tornasse ad essere tra i pochi Paesi che non ha uno strumento di contrasto alla povertà“.

Enrico Letta e Giuseppe Conte, stessa linea sul reddito di cittadinanza

Stessa linea, invece, per l’ex premier e leader M5S, Giuseppe Conte, e il segretario del Pd, Enrico Letta, la cui posizione sul reddito di cittadinanza appare orientata in una sola direzione: sì al cambiamento, no alla cancellazione della misura.

Secondo Conte, l’abolizione sarebbe un salto indietro impossibile da sostenere: “Il reddito di cittadinanza è una misura di necessità, non solo di civiltà, discutiamo pure di modifiche che valgano a migliorarne ancor di più l’efficacia“.

La nostra posizione è quella del presidente Draghi: siamo a favore che si modifichi o si migliori“, ha dichiarato Letta, sintetizzando una visione a favore di un concreto sostegno contro la povertà.

Reddito di cittadinanza, il mea culpa di Matteo Salvini: “Un errore

Lo abbiamo votato, ma riconoscere un errore è segno di saggezza. Proporrò un emendamento alla manovra per destinare alla imprese questi soldi“. Così il leader della Lega, Matteo Salvini, cristallizza il suo mea culpa dopo l’esperienza nel primo esecutivo Conte, sostenendo che “il reddito di cittadinanza si è rivelato sbagliato“.

Qualche settimana fa, a infiammare il dibattito ci aveva pensato Matteo Renzi con un affondo che si era impresso tra le discussioni di tendenza sui social, seguito da un coro di aspre polemiche via web. No ai sussidi, aveva ribadito il leader di Italia Viva con un rumoroso “Bisogna sudare, ragazzi“.

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