Incendi devastano il paese, 4 morti e turisti in fuga dalla spiaggia. Scenario apocalittico: la situazione

Non solo alcune regioni italiane sono devastate dagli incendi. Ci sono dieci roghi attivi in Turchia, di cui tre nella regione turistica dell’Antalya. Fino ad ora le vittime sono quattro: le cause degli incendi sono ancora incerte ma le autorità turche non escludono l’opera di piromani. E nei prossimi giorni la situazione potrebbe aggravarsi ulteriormente dal momento che nelle zone interessate dai roghi, sono attese temperature di oltre 40 gradi.

Le forze di emergenza turche stanno combattendo contro gli incendi che stanno devastando le foreste di varie aree del Paese. Dei 98 incendi che dallo scorso mercoledì 28 luglio hanno colpito varie province turche, 88 sono sotto controllo. Gli incendi sono stati particolarmente gravi lungo la costa mediterranea, dove i forti venti hanno reso difficile l’opera dei vigili del fuoco. In molte regioni gli alberghi sono stati evacuati e i turisti tratti in salvo via mare.

La maggior parte degli incendi poi sono stati spenti, merito anche di un dispiegamento di forze poderoso enumerato anche dal presidente Tayyip Erdogan, come scrive il Corriere della Sera. Almeno nove droni, 45 elicotteri, 1.080 veicoli, 4mila pompieri e 5 aerei più altri in arrivo da Russia, Ucraina e Azerbaigian. Una decina di fuochi ancora resistono e ci si interroga sulle cause. Da una parte fenomeni del genere sono comuni nelle zone calde e secche del Mediterraneo (Managav ha registrato temperature di 40 gradi all’ombra con venti fino a 50 chilometri orari) dall’altra è impossibile escludere la mano umana.

incendi turchia

Turisti e locali delle colline di Managav sono stati portati sulla costa, che si è salvata dalle devastazioni. “Le spiagge sono piene di persone, rimane il fumo certo ma qui sul mare è tutto aperto, dai locali ai supermercati, dagli alberghi ai ristoranti”, dice al Corriere Giuseppe Carpinteri, titolare di un ristorante italiano della zona. “C’è un sole luminoso ma sembra che stia per piovere. Il cielo è coperto da nuvole nere che non portano pioggia ma fumo”, prosegue il ristoratore.

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Le foto dell’entroterra mostrano anche animali da fattoria bruciati: stando ai racconti degli agricoltori locali, alcuni erano riusciti a scappare dai recinti per trovarsi però in foreste completamente infuocate. C’è chi parla di incendi dolosi, magari di protesta contro il governo, e chi, sottovoce, lungo le strade del Paese, fa il nome dei secessionisti curdi del Pkk. Ma dopotutto quello è un nome che emerge sempre, conclude il Corriere della Sera.

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