Voghera, l’assessore Adriatici steso con un pugno in faccia: spunta il video dell’aggressione

Che gli investigatori stessero setacciando le telecamere intorno a piazza Meardi, a Voghera, era ovvio. Eppure ieri vi era il timore che dai video non potesse emergere nulla di chiaro. Invece oggi, colpo di scena: una telecamera c’era, ed era puntata proprio sul teatro della tragedia. Agli atti dell’inchiesta, infatti, è stato depositato un filmato in cui si vede chiaramente Younes El Boussettaoui colpire con un pugno l’assessore leghista Massimo Adriatici.

I frame sono abbastanza chiari. Si vedono i protagonisti in piazza, uno distante dall’altro. Adriatici tira fuori qualcosa dalla tasca mentre Younes si avvicina. L’assessore ha il telefono all’orecchio, i due sembrano discutere, poi all’improvviso il 39enne di origini marocchine sferra un pugno verso il rivale. Il resto della scena è parzialmente coperta da un edificio, ma si nota Adriatici cadere in terra. La telecamera non riprende il momento esatto in cui l’arma esplode il colpo fatale. Il resto è cronaca: il senzatetto viene raggiunto da un proiettile calibro 22 al torace, viene soccorso dal 118, portato di corsa all’ospedale di Voghera. E lì muore.

Adriatici, ex poliziotto e avvocato molto noto nel Pavese, si trova ora agli arresti domiciliari. Il video sembra confermare la sua deposizione resa di fronte ai carabinieri: “Stavo passeggiando in piazza Meardi – aveva spiegato – quando ho notato quell’uomo infastidire i clienti di un bar. Mi sono avvicinato, l’ho redarguito invitandolo ad andarsene e a quel punto ho chiamato la polizia. Sentendo la mia telefonata, mi ha spinto facendomi cadere. È stato a quel punto che dalla pistola già impugnata è partito il colpo”. All’inizio ad Adriatici era stato contestato l’omicidio volontario, poi le accuse a suo carico si sono “alleggerite” ad un meno grave “eccesso colposo di legittima difesa”. La procura ha deciso di chiedere la conferma del fermo, sostenendo ci sia il pericolo di reiterazione del reato. Già sentito dai carabinieri la notte di martedì, subito dopo i fatti, dovrebbe essere interrogato di nuovo domani. Sulle indagini, però, pesano anche le dichiarazioni dei legali della famiglia della vittima, che accusano la procura di aver realizzato l’autopsia, irripetibile, senza prima avvisare i parenti.

Intanto la politica continua a dividersi. Da una parte la sinistra, secondo cui è “folle” se un assessore che “va al bar si porta una pistola”. Dall’altra la Lega, subito schieratasi al fianco del suo militante. “Aspettiamo prima di assolvere o condannare qualcuno – dice Salvini – La certezza è che l’aggressore non doveva essere in Italia, probabilmente ora avrebbe la vista salva se fosse stato espulso come da numerose richieste non accolte”. E mentre Enrico Letta se la prende con le armi ai privati e Gad Lerner col Carroccio con la “vocazione” a sparare agli africani, da parte della famiglia della vittima partono comprensibili parole di fuoco. “Massimo Adriatici ha compiuto un omicidio volontario”, attacca Bahjia, sorella di El Boussetaoui. “Dicono che era un barbone, che era malato: e allora, le persone si uccidono per questo?”. Il dolore è tanto, la rabbia anche. “È stato ammazzato un innocente – prosegue – andrò avanti a chiudere giustizia perché Adriatici ha sparato con l’intenzione di ucciderlo, l’ha colpito al cuore”. Sulle condizioni della vittima, che alcuni residenti avevano definito “cattivo” e dedito a infastidire i passanti, la sorella spiega che “fino a due mesi non stava male” e solo “da poco” si erano presentati dei problemi “a livello psichico”. L’uomo, riferisce l’Agi, sarebbe stato sottoposto anche ad un Tso e per l’avvocato della famiglia, Debora Piazza, “ultimamente aveva davvero perso la testa”. “Era stato ricoverato per problemi mentali per circa tre settimane un mese fa all’ospedale di Vercelli – ha aggiunto la legale – dove purtroppo era riuscito a scappare per venire proprio in questa piazza perché lui diceva che questa piazza e solo questa piazza era casa sua”.

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